L'ANALISI
CREMONA. IMPIANTI SPORTIVI
22 Ottobre 2023 - 05:25
CREMONA - L’acqua calma di una piscina non ricorda certo il Po in piena o il mare in burrasca, eppure a Cremona riesce sempre a provocare tempesta: la protesta nuota e non scivola leggera nell’acqua fredda della piscina comunale gestita dalla società Forus. Sono le canottieri, a pochi giorni dall’apertura della stagione invernale, a sottolineare le problematiche: acqua della vasca e delle docce fredda, aria al cloro, spazi delle corsie ristrettissimi, prezzi salati (nonostante l’acqua dolce) e non pochi atleti trasmigrati in altre strutture private.
L’assessore allo Sport, Luca Zanacchi, risponde punto su punto alle critiche. Per domani inoltre ha organizzato un incontro pubblico con i cittadini alle 18 a Spazio Comune di piazza Stradivari, per spiegare il funzionamento e i criteri di utilizzo della piscina «per gli iscritti alle società sportive».
«Ci avevano promesso che per ottobre sarebbe stato tutto pronto, ma in realtà i disagi sono tanti e nulla è a posto», afferma il presidente della Flora e di Assocanottieri, Pierangelo Fabris. Che spiega: «Ad esempio gli spazi destinati al nuoto agonistico sono ristrettissimi, gli atleti sono costretti in poche corsie, penalizzatissimi quelli del triathlon, credo che la Flora sia tra le più penalizzate, ma anche le altre canottieri non stanno bene e protestano».
Duro Maurilio Segalini, presidente della Bissolati che ha un lungo quaderno di lagnanze: «L'acqua è fredda, è sotto i 26 gradi e dovrebbe essere tra i 27 e i 28. L’altro giorno i nostri allenatori hanno fatto uscire dalla vasca i bambini perché ‘barbellavano’ dal freddo. Inoltre gli spazi sono esigui, quest’anno si è deciso di dividere la piscina a metà: una parte destinata ai nuotatori liberi, l’altra a quelli iscritti alle società. Avevamo chiesto una certa percentuale di corsie, basata sulle necessità sportive, dunque non sparata a caso, e non ce l’hanno data. Abbiamo fatto un piccolo monitoraggio e nelle ore di punta i nuotatori liberi erano otto, mentre nelle corsie a noi dedicate abbiamo raggiunto punta di 15 nuotatori in contemporanea. Inoltre c’è da dire che le ore non calmierate hanno le tariffe più alte della Lombardia, 25 euro all’ora. La stessa Forus fa pagare 17 euro a Crema e una società privata di Cremona fa 15 euro e molti dei nostri nuotatori master li abbiamo dirottati in questa struttura (lo Sporting di Costa Sant’Abramo, ndr). Non è agevole ma i costi extra sarebbero stati troppo alti».
Anche la Baldesio, con toni più tenui, sottolinea alcune problematiche. «Abbiamo scritto una lettera al gestore Forus — spiega il consigliere per il nuoto della canottieri Chicco De Stefani — per chiedere se si può migliorare il monte ore calmierato (a 10 euro). Quello fuori dalle tariffe concordare non è abbordabile, 25 euro all’ora sono tanti. Abbiamo chiesto anche conto dell’acqua fredda e ci hanno spiegato che stanno tarando gli impianti, perché il repentino abbassamento delle temperature esterne hanno influito non poco. Sugli spazi devo riconoscere che destinare il 50 per cento della vasca al nuoto libero mi sembra eccessivo, anche noi come le altre società facciamo fatica a equilibrare le nostre esigenze».
L’assessore allo Sport Luca Zanacchi si dichiara sorpreso dagli attacchi a pochi giorni dall’apertura della stagione natatoria invernale: «Anche perché gli accordi erano ‘scendiamo in vasca e vediamo cosa c'è da aggiustare’. Ma iniziamo a chiarire alcune cose, in ordine... di protesta, con una premessa: con Forus esiste un contratto che occorre rispettare e che con le società sportive abbiamo fatto tre riunione per capire come muoverci. Gli spazi: il contratto prevede 350 ore settimanali per il nuoto delle società sportive, 110 per la pallanuoto e 50 per le associazioni di sub tutte in orari calmierati, perché il resto, vale a dire 223mila euro, più Iva, ce li mette il Comune. Se poi le società hanno bisogno di più ore le pagano a prezzo di mercato, sia chiaro. Ma, e non voglio fare polemiche, negli anni passati le società richiedevano un numero di ore sproporzionato, tanto che spesso in corsia c’erano due o quattro atleti. E devo precisare che nonostante gli atleti cremonesi iscritti alla Federazione italiana nuoto siano 722, un numero importante, siamo al 46esimo posto come risultati sportivi».
Zanacchi affronta anche il problema della destinazione degli spazi al nuoto libero. E alla domanda se il 50% della piscina non sia troppo, risponde: «Niente affatto. Il gestore avvierà corsi di nuoto e di altre attività sportive. Da quest’anno, infatti, le scuole non saranno più gestite dalle società, ma dal gestore, che deve stare dentro ai costi. Occorre capire, una volta per tutte, che la piscina comunale non è una struttura privata e che i cittadini non iscritti ad alcuna società hanno il diritto sacrosanto di poter nuotare».
L’assessore si sofferma anche sulla delicata e spinosa (per alcune società, vedi Baldesio) vicenda dei nuotatori master. «Noi privilegiamo i giovani, il nuoto agonistico, con questo non voglio assolutamente dire che i master non abbiano tutto il diritto di nuotare e gareggiare, ma le priorità nostre sono altre. Non possiamo sostenere costi più alti e né il gestore può alzare il tetto delle ore calmierate per il nuoto master».
Infine Zanacchi chiarisce la questione della temperatura dell’acqua e delle docce «È tutto risolto, in questi giorni abbiamo incontrato A2a e ieri nella piscina olimpionica si nuotava a più di 27 gradi e nella didattica a 29,5. Stesso discorso per le docce. Tra l’altro ne abbiamo ripristinate 18. Domani tutti questi passaggi verranno chiariti con l’incontro delle 18, fermo restando che al di là delle polemiche, siamo sempre e sempre lo saremo aperti al dialogo».
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