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IL CASO

Video osé del prete: «Ringrazio il vescovo, l'unico che mi ha ascoltato»

Parla l’impresario ‘adescato’ dal sacerdote bergamasco poi allontanato da cinque parrocchie

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

17 Ottobre 2023 - 18:50

«Quel video osé del prete», cremonese denuncia il don

CREMONA - «Il vescovo di Cremona è una persona veramente per bene. Io lo voglio ringraziare per avermi ricevuto e ascoltato. Il giorno preciso non lo ricordo. Mi dice: ‘Vieni, vieni, siediti, raccontami tutto’. Io comincio a raccontargli, e lui: ‘So già la notizia’. Gli dico: ‘ Vuole vedere le foto?’. ‘No, no’». In effetti, le foto del prete che in videochiamata si massaggia il petto non sono edificanti e nemmeno le chat. «Eh no», afferma R.P., 45 anni, sposato, impresario che due anni fa ha messo su l’attività a Cremona.

E che nei giorni scorsi sul Corriere della Sera di Bergamo, ha portato a galla lo scandalo su don Lorenzo Micheli, 53 anni, 27 di sacerdozio, a febbraio scorso allontanato, in fretta e furia, da cinque parrocchie della bergamasca - Esmate, Fonteno, Riva di Solto, Solto Collina e Zorzino - per quel video osé con la sua «preda» adulta: l’imprenditore, appunto, agganciato su Facebook a novembre del 2022. «Pensavo fosse interessato al pellegrinaggio da Papa Francesco che avevo organizzato per il 24 e il 25 gennaio. E invece...». Invece, a giudicare dal video e dagli screenshot delle conversazioni allegati dall’impresario alla denuncia poi presentata alla Polizia postale di Cremona, il parroco sembrava interessato ad altro.


Una delle chat: «Che mi racconti di bello. Stasera mi faccio fare un bel massaggio rilassante. (Alla massaggiatrice) io preferisco il massaggiatore». «Mi creda - prosegue l’impresario —, io non cercavo e non sono in cerca di visibilità. Se la Curia di Bergamo non avesse ignorato le mie ripetute mail, rispondendomi in modo vago (il vescovo di Bergamo era in ospedale), se il sindaco di Solto Collina, Maurizio Esti, non mi avesse attaccato addirittura diffamandomi sui social, io non mi sarei rivolto al vescovo di Cremona, l’unico che mi ha ascoltato e che voglio ringraziare per ciò che ha fatto. Io volevo tutelare la gente di Solto Collina, soprattutto i giovani. Io sono una persona adulta, ma se fosse successo a minorenni?».


Per gli attacchi social, l’impresario ha querelato il sindaco di Solto Collina. Lo ha fatto anche Fabrizio Minelli, medico ed ex sindaco del paese per tre mandati (dal 1990 al 2004) che alle amministrative del 2022 si era ricandidato, ma la sfida l’ha vinta Esti, uno «pro don Micheli». Due giorni fa, R.P. ha ricevuto nella sua agenzia la visita dell’ufficiale giudiziario del Tribunale di Cremona: gli ha notificato, a mano, il provvedimento del Gip del Tribunale di Bergamo che aveva emesso decreto penale di condanna a carico del sindaco Esti, il 4 settembre scorso. «Sono contento», prosegue il 45enne, che ritorna «a bomba» sulla vicenda di don Micheli. «Io gli ho dato l’amicizia su Facebook, perché avevo visto dal suo profilo che era un uomo di fede, c’erano postati suoi commenti sul vangelo. Insomma, un prete nella norma, che aveva chiesto ragguagli sulla mia agenzia a cui avevo risposto, dicendo che avrei potuto ingaggiare dei complessi musicali o attrazioni varie nel caso di feste parrocchiali».

In passato, l’impresario conobbe Papa Wojtyla. Gli piacerebbe conoscere Papa Bergoglio. «Pensavo che con don Lorenzo ci sarei riuscito. Mi ha mandato una foto di lui con il Santo Padre a Roma per i suoi 25 anni di sacerdozio». Ma il don ha poi virato le conversazioni su altro. «Via via è entrato in ambito personale, cercando di mettersi in contatto con videochiamate anche in tarda serata, tentativi di comunicazione che chiudevo, ma le telefonate continuavano, insistentemente. Con cortesia, cercavo di mantenere il tono e i contenuti della conversazione su argomenti religiosi, ma lui virava su altro, su cose personali: hai visto come sono cicciottello? Tu sei birichino? Sei fedele a tua moglie?». Finché il prete gli ha fatto una richiesta strana. «Ti va di guadagnare qualche extra facendo dei massaggi?. Voleva venire a trovarmi a casa la sera tardi, indicandomi nomi di amici comuni con cui lui si interfacciava intimamente. Mi ha tormentato per un mese». E perché lei ha continuato? «Io volevo vedere sino a che punto si fosse spinto. Ma non sarei arrivato alla denuncia se la Curia di Bergamo e il sindaco di Sotto Colina mi avessero ascoltato. Il prete ha comunque bisogno di essere curato. È che è stato uno stillicidio, gli ultimi quattro giorni non ho più dormito la notte».


In Vescovado a Cremona, l’impresario si è presentato due volte. «La prima, sono stato ricevuto dal segretario, gli ho spiegato, mi ha detto che avrebbe riferito al vescovo. La seconda mi ha ricevuto monsignor Napolioni. Era già informato. Gli ho raccontato. Mi sono rifatto a Papa Bergoglio che dice di denunciare. Il vescovo mi ha detto che il giovedì ci sarebbe stato un consiglio. Mi ha rincuorato, quel giorno sono uscito dal Vescovado più rassicurato». Una decina di giorni dopo, l’impresario legge la notizia dell’allontanamento di don Lorenzo dalle cinque parrocchie, mandato in Toscana a riflettere. «Io non ho le prove, ma, secondo me, il vescovo Napolioni si è mosso. E per questo gli sono grato».

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