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SCUOLA: I NODI DEL PRESENTE

La storia: «Io, precaria sono affranta e... umiliata»

La testimonianza e l’appello di una insegnante tra continui cambi di istituto e spese insostenibili

Elisa Calamari

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redazioneweb@laprovinciacr.it

16 Ottobre 2023 - 05:05

La storia: «Io, precaria sono affranta e... umiliata»

CREMONA - Originaria della Campania, da quattro anni vive nel Cremonese, cambiando continuamente abitazione a causa del contratto da docente precaria che, suo malgrado, la sta spostando da una parte all’altra della provincia. A rivolgersi al quotidiano La Provincia per raccontare una storia purtroppo comune a tanti altri insegnanti, è una 31enne che attualmente lavora a Casalmaggiore. Ma fino a pochi giorni fa le era stata affidata una cattedra a Crema, l’anno scorso a Rivolta d’Adda, prima ancora a Cremona e di nuovo a Crema. Un ‘valzer’ che, nel mondo della scuola, in tanti conoscono.


«Sono iscritta alle Gps (graduatorie provinciali di supplenza, ndr) di Cremona e vorrei richiamare l’attenzione sul disagio che ogni anno siamo costretti a vivere noi precari — spiega —. Un disagio che si ripercuote inevitabilmente sulla vita, perché questa situazione ci mette alla prova sia mentalmente che fisicamente. Si legge spesso che le donne fanno figli sempre più tardi, ma io come potrei mettere su famiglia? Come potrei anche solo pensare di comprare una casa? Da quattro anni lavoro a Cremona come insegnante di scuole medie e superiori, ma da quattro anni mi ritrovo a cambiare continuamente alloggio e residenza, anche restando temporaneamente in b&b, con costi enormi che superano talvolta il mio stipendio. Quello che è accaduto quest’anno con l’inizio della scuola, poi, è stato davvero assurdo».


All’uscita del primo bollettino con le nomine, il primo settembre, alla 31enne è stata assegnata una scuola di Crema. E così, in attesa di trovare un’abitazione in affitto, ha alloggiato temporaneamente in un B&b spendendo circa 500 euro. Poi ecco il contratto di locazione, con un mese di anticipo già versato. Ma a circa una settimana dalle nomine, nonostante fossero già iniziati gli incontri organizzativi coi colleghi, dal Provveditorato è arrivata una rettifica. Che per lei è stata una doccia fredda: «Sono stata assegnata ad un’altra scuola, stavolta a Casalmaggiore, che è ad un’ora e 20 minuti di auto da Crema — spiega la 31enne —. E così altra ricerca veloce di un alloggio, ma inizialmente ho trovato solo un b&b, dove sono rimasta dall’11 settembre al primo ottobre spendendo 1.400 euro. Ora fortunatamente ho trovato casa, grazie ad una collega che ha a sua volta dovuto fare i conti con la riassegnazione, perché era stata inizialmente messa a Casalmaggiore e poi altrove. Ma tutte le spese che ho affrontato in questo mese? Credo che tutto ciò che accade in seguito ad una rettifica come quella del Provveditorato, debba essere messo in luce. Perché siamo noi precari a rimetterci continuamente, soprattutto economicamente, senza avere neanche un rimborso nonostante si sia trattato di un errore non nostro».


La 31enne assicura di sentirsi «affranta», anche «umiliata per il trattamento ricevuto». E non nasconde che, soprattutto negli ultimi tempi, pensa spesso di utilizzare la sua laurea per cercare un altro tipo di lavoro. «Il mio sogno era fare l’insegnante, ma dopo quattro anni di precariato, essendo costretta a cambiare continuamente sede senza poter rifiutare, e con i concorsi per diventare di ruolo che vengono continuamente rinviati, è sempre più difficile andare avanti — ammette —. Se lo Stato prevede agevolazioni? Beh, un 10% di sconto sui treni per i fuori sede… capisce bene che serve a poco».

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