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COLD CASE

Il caso Zardi: «Sangue sulla borsa, si indaghi»

Il criminologo Langella: sul corpo di Arianna tracce di uno pneumatico o di un anfibio

Davide Luigi Bazzani

Email:

davideluigibazzani@gmail.com

06 Ottobre 2023 - 05:20

Il caso Zardi: «Si indaghi il sangue sulla borsa»

CASALMAGGIORE - Perché la borsetta aveva tracce di sangue? È stata portata sul parapetto da qualcuno? E perché sul corpo c’erano tracce che potevano essere state lasciate da uno pneumatico o da una calzatura tipo anfibio? Queste sono alcune delle importanti domande ancora senza risposta nel caso della morte di Arianna Zardi, la 25enne trovata esanime sotto una chiusa a Torricella del Pizzo il 2 ottobre 2001.

A porle è il criminologo Giovanni Langella, che ha analizzato il caso in una puntata di ‘Crimedoors – I sentieri del male’, uno spazio ospitato dalla piattaforma di streaming video Twitch. Con lui hanno partecipato la sorella di Arianna, Sara, che sta conducendo una vera battaglia per ottenere la verità, e la giornalista e scrittrice, esperta di cronaca nera, Laura Marinaro. Gli ulteriori sei mesi di indagini sulla vicenda hanno riacceso l’attenzione su quanto ancora non è emerso. E ci sono aspetti che vanno approfonditi.

arianna

«Il 30 settembre 2001 mia sorella è uscita di casa, ha preso un autobus per andare a Cingia de’ Botti – ha ricordato Sara —. Voleva andare a casa del suo ex fidanzato per parlargli, ma non si sono poi incontrati. Ha chiesto all’autista l’ora del ritorno, ma visto che era molto più tardi si è incamminata a piedi, verso le 15-16. Alcuni hanno detto di averla vista da sola».

Poi il silenzio, fino al tragico ritrovamento. Sara ha escluso subito il suicidio: «Primo: quello non era un posto per togliersi la vita, avrebbe potuto farlo nel Po. Secondo: perché avrebbe chiesto all’autista l’ora del ritorno? Terzo: non aveva motivo. Lavorava, aveva passione per lo studio di teologia, era curiosa, le piaceva uscire, la compagnia, i profumi. Il suo sogno era quello di sposarsi, fare una famiglia e avere figli».

A Langella non tornano diversi aspetti: «Com’è possibile che sul corpo di Arianna ci siano fratture multiple e della stessa gravità in due parti diverse e opposte del corpo, in particolare un impatto di spalla e un altro alla gamba del lato opposto? Questo dà molto da pensare. Il primo impatto può aver provocato danni gravi, ma il secondo dovrebbe essere più lieve. Invece la entità è di eguale misura, come se fosse caduta due volte».

Il criminologo non esclude che Arianna possa essere stata investita da una vettura e poi gettata di sotto. O essere rimasta vittima di un pestaggio. Da escludere anche che Arianna fosse in uno stato di alterazione per aver assunto tranquillanti: «La sostanza assunta non era psicoattiva in quel momento. Non era nel sangue, ma nelle urine, quindi non poteva fare più effetto. Lo stato confusionale è da escludere». Poi «perché le macchie di sangue trovate sulle pareti sotto la chiusa erano a una certa altezza? Arianna aveva fratture tali al bacino da non consentirle di rialzarsi».

Per Langella «qualcuno sicuramente sa qualcosa». Sara spera che si faccia avanti.

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