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IL CASO

Fusione e veleni. «Bugie? Le cifre non mentono»

San Daniele Po, il comitato del 'no' replica al sindaco Persico: «I mutui sono debiti e non sono scomparsi»

Antonella Bodini

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redazione@laprovinciacr.it

05 Ottobre 2023 - 09:25

Fusione e veleni. «Bugie? Le cifre non mentono»

Simone Priori e lo spoglio delle schede a San Daniele Po

SAN DANIELE PO - «Il Comitato del no alla fusione non ha mentito: le cifre della situazione finanziaria sandanielese sono lì a dimostrarlo». Il dibattito attorno alla questione del dissesto economico e alla sua entità non si è ancora esaurito e alle dichiarazioni fatte ieri dal sindaco Davide Persico, i contrari alla fusione tra Pieve d’Olmi e San Daniele Po ora reagiscono. «Siamo costretti a ritornare sull’argomento e speriamo sia l’ultima volta – spiega Simone Priori, portavoce assieme a Lino Somenzi e Stefano Guastalla del comitato ‘No a questa fusione’ – perché ci sembra stucchevole tornare sulla questione debiti, ma non possiamo fare altrimenti. Tutto ciò che abbiamo fatto prima del referendum è stato fatto per evitare la fusione con un comune in dissesto, mi sembra una ragione più che plausibile. I risultati della consultazione sono stati emblematici, un plebiscito per il no, i cittadini hanno perfettamente capito che questa operazione non era equilibrata, non si possono attribuire colpe che non abbiamo».

Il sindaco Persico aveva puntualizzato che, a seguito della verifica fatta dal commissario prefettizio, l’ammontare aggiornato del debito era di 433mila euro e non 2,8 milioni di euro come invece sostenuto dal comitato del no. «Abbiamo sempre parlato citando documenti ufficiali, non ci siamo mai inventati nulla. La Corte dei Conti nella delibera n. 204/2022 determina che l’entità del debito complessivo a carico del comune di San Daniele Po per quote mutui originali e quote differite risulta pari a 2.823.627,30. Non è una nostra dichiarazione, lo certifica il documento della Corte dei Conti: l’accusa di mentire va quindi indirizzata verso questo organismo?».

E ancora Priori aggiunge «il dissesto sarà anche quantificato in 433mila euro, ma ci sono mutui di debiti pregressi che non si possono cancellare, non sono scomparsi». Il riferimento è ad un altro documento, la delibera 21/2023 con la quale l’organo straordinario di liquidazione, cioè il commissario, nominato dal presidente della Repubblica per il dissesto economico del comune di San Daniele Po chiede una proroga fino a fine anno per reperire tutta la documentazione necessaria a redigere un piano di rientro, proponendo anche l’adozione della modalità semplificata di liquidazione dei debiti rientranti nel dissesto.

«Nella delibera si legge che all’organo straordinario di liquidazione non compete l’amministrazione delle anticipazioni di tesoreria e dei residui attivi e passivi relativi ai mutui già attivati, quindi è chiaro che il commissario non ne ha competenza, ma i mutui sono ancora da onorare, ripeto: non sono scomparsi». Circa la questione poi delle azioni che la legge impone per chiudere il dissesto e costruire il bilancio preventivo Priori solleva altri dubbi. «Si parla sia di alienazione di beni immobili sia di stipula di un mutuo finalizzato a saldare i 400mila euro. Ma se il debito fosse di soli 400mila euro, non basterebbe solo il mutuo?». Insomma, il referendum è sì archiviato, ma le polemiche proseguono.

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