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SAN DANIELE PO

Il sindaco Davide Persico: «Il vero debito? 433mila euro»

Il primo cittadino smentisce in modo categorico i 2,8 milioni: «Non si possono sommare al totale anche i mutui»

Antonella Bodini

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redazione@laprovinciacr.it

04 Ottobre 2023 - 08:34

Il sindaco Davide Persico: «Il vero debito? 433mila euro»

Il sindaco Davide Persico e il Municipio di San Daniele Po

SAN DANIELE PO - Dopo il referendum che ha bocciato l’ipotesi fusione e le valutazioni fatte dal ministero e dal commissario prefettizio nei giorni successivi la chiusura delle urne, si cerca di capire quali scenari si aprono sull’amministrazione comunale e sul futuro del paese. Da una parte la questione del dissesto economico con i mancati fondi derivanti dalla fusione, dall’altra l’eventuale procedura di commissariamento. La mancata fusione ha determinato l’insostenibilità dell’ipotesi di bilancio quinquennale riequilibrata fatta dal comune mesi fa e che faceva conto su parte dei fondi di fusione che avrebbero così potuto appianare il debito. Proprio l’ammontare del debito è ancora al centro di molte discussioni: durante la campagna referendaria si è parlato di 2,8 milioni di euro, derivante dall’amministrazione Dusi (lavori non coperti da finanziamento pubblico, come i lavori a Sommo con Porto dopo l’alluvione) e soprattutto il congelamento dei debiti per dieci anni consentito ai comuni colpiti dal terremoto emiliano del 2012, congelamento che avrebbe poi portato al raddoppio della rata nei dieci anni successivi.

Il sindaco Davide Persico, però, smentisce e precisa: «Il debito si aggira attorno ai 400mila euro e più precisamente il commissario prefettizio ha verificato la somma quantificandola in 433mila euro. Chi ha parlato di quasi tre milioni di euro ha erroneamente calcolato nel debito anche i mutui in essere che il comune sta pagando e — dice il sindaco — ha mentito sapendo di mentire. Il debito, approvato nel bilancio consuntivo 2019, partiva da 800mila euro circa, siamo scesi alla somma verificata proprio ieri e tiene conto anche della percentuale di contrattazione tra commissario e creditori. Ho sempre sostenuto che questo era l’ammontare del debito, le persone hanno voluto fidarsi di chi non sapeva realmente come stavano le cose e ora i due comuni sono penalizzati».


Si rende ora necessaria una riformulazione dell’ipotesi di bilancio che, al momento, però, è in blocco procedurale per motivi non imputabili all’amministrazione comunale. «A Roma — spiega Persico — stanno ritardando la nostra valutazione, non appena sarà possibile proporremo una nuova ipotesi di bilancio e nel frattempo andiamo avanti con il nostro mandato, così come ci ha confermato il commissario. Il blocco procedurale infatti impedisce qualsiasi decadimento dell’amministrazione». Per ridurre il deficit e costruire il bilancio preventivo la legge impone due azioni da attuare parallelamente e cioè l’alienazione di beni immobili comunali, elencati nel piano di riequilibrio ed individuati nell’ex ammasso del grano, la caserma e la casa albergo e la stipula di un mutuo, con cassa depositi e prestiti, finalizzato a saldare i 400mila euro di debiti pregressi con i diversi creditori. Gli immobili saranno venduti all’asta pubblica con base d’asta equivalente al valore stimato dalla perizia tecnica e dall’agenzia dell’entrate.

Inoltre, per chiudere il capitolo debiti pregressi e far quadrare il bilancio preventivo tutti i servizi non obbligatori da parte del comune sono a rischio chiusura. «Il bilancio preventivo ad oggi è caratterizzato da uscite superiori alle entrate, nonostante le uscite siano già ridotte ai minimi termini. A seguito della mancata fusione tutti i servizi non obbligatori da parte del comune sono a rischio chiusura. Ci stiamo impegnando quindi non solo sul fronte finanziario, ma anche sul mantenimento attivo dei servizi scolastici anche se questi non rientrano tra i servizi obbligatori».

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