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CREMONA. LA SENTENZA

Tentò di uccidere la moglie per il gatto: il Gup lo condanna a 8 anni

Il pm aveva chiesto per l’ex marito dieci anni di reclusione. Detenuto nel carcere di Ca’ del Ferro, ha provato a chiedere scusa alla moglie. Lo ha fatto, inviandole due lettere, senza risposta

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

02 Ottobre 2023 - 14:21

Tentò di uccidere la moglie per il gatto: ?? anni

Il tribunale di Cremona

CREMONA - Otto anni di reclusione  È la condanna inflitta stamane a Carmelo Marino, 57 anni, accusato di aver tentato di uccidere sua moglie Marina Viassoni , 53 anni, la sera del 30 luglio di un anno fa, sabato, con cinque coltellate, di cui quattro all’addome e una alla gola, durante una lite per il gatto Sheila: l’aggravante contestata dei futili motivi, insieme all'altra del rapporto di coniugio.

Il pm Chiara Treballi aveva chiesto per l’ex marito dieci anni di reclusione. Marina è viva per miracolo. Parte civile nel processo in abbreviato, rappresentata dall’avvocato Alessio Romanelli, la donna ha chiesto un risarcimento di 200mila euro, di cui 100mila come provvisionale. Il Gup ha condannato Carmelo a 30mila di provvisionale. Il legale spera di ottenere il risarcimento dal fondo vittime. La motivazione sarà depositata tra quindici giorni.

romanelli

L'avvocato Alessio Romanelli

Quella sera i coniugi stavano discutendo animatamente in cucina. Marina voleva sapere dove il marito avesse portato il gatto. Lo stava cercando dalla mattina. Ad un tratto, lui ha afferrato un coltello, ma non era sufficientemente appuntito. Ne ha impugnato un altro e ha colpito Marina. La donna ha dei vaghi ricordi di lui che mentre la colpiva con il primo coltello le diceva: "Non riesco a bucarti". Il marito poi chiamò i carabinieri e il 118.

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L'avvocato Santo Maugeri

“Sul fatto non vi è nulla da dire”, aveva arringato l’avvocato Santo Maugeri, sottolineando, invece, il comportamento tenuto dall’uomo dopo l’accoltellamento della moglie. “Ha chiamato subito i soccorsi, ha cercato di medicarla, in sede di interrogatorio di garanzia ha confermato i fatti, per quello che posso, risarcirò”.

Da quella sera, Marino, una pensione di invalidità sui 350 euro, detenuto nel carcere di Ca’ del Ferro, ci ha provato a chiedere scusa alla moglie. Lo ha fatto, inviandole due lettere, senza risposta.

Lo ha fatto anche oggi, attraverso dichiarazioni rilasciate prima che il Gup si ritirasse in camera di consiglio. Si è detto “disperato per quello che è successo, ancora ci penso. Io voglio bene a mia moglie”.

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