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LE NUOVE POVERTA'

Oltre 400mila euro per dare cibo, casa e un’occupazione

Fondazione Comunitaria a fianco dei più deboli con una strategia di respiro provinciale. Il presidente Macconi: «Vogliamo potenziare il sistema di welfare»

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

15 Settembre 2023 - 05:30

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CREMONA - Raggiungere chi è povero aiutandolo nell’acquisto di generi di prima necessità, come i prodotti alimentari, ma anche nell’affrontare situazioni di disagio abitativo e nella ricerca di un’occupazione.

Una serie di progetti di contrasto all’indigenza ai quali sono stati destinati 423mila euro, grazie a Fondazione Cariplo con Fondazione Peppino Vismara e Intesa Sanpaolo.

A rendere operativo questo disegno è la Fondazione Comunitaria della provincia di Cremona. La ‘co-progettazione territoriale’ mette a disposizione di un ampio arco di realtà solidali questi fondi. «Vogliamo dotare il sistema di welfare di strumenti più efficaci per raggiungere le persone e strutturare le reti di realtà già impegnate in attività di contrasto alla povertà – evidenzia il presidente della Fondazione Comunitaria Cesare Macconi –: in altre parole, un ulteriore potenziamento delle misure già stanziate soprattutto in risposta all’emergenza sanitaria ed economica iniziata nel 2020. Un progetto che per vastità e capillarità si è scisso in due. Il versante cremonese e casalasco e quello cremasco».

Nel primo caso, quello Cremonese e Casalasco, il lavoro si concentra sulla povertà alimentare, nel Cremasco sul disagio abitativo e sull’inserimento lavorativo. Il piano è iniziato con un’analisi delle organizzazioni non profit che avevano già avuto contatti con la Fondazione (avendone ricevuto sostegno tramite bandi) e che avevano quindi già costituito una rete impegnata nei temi chiave della lotta alle povertà.

«La Fondazione si è attivata per far nascere nuove iniziative e mettere insieme le varie esigenze – spiegano i due facilitatori del progetto, Silvia Corbari e Mauro Platé –: così il sistema è stato rafforzato. E’ bene sottolineare che si tratta di reti ampie e sempre aperte all’adesione di nuovi soggetti».

Un salto di metodo notevole anche per la stessa Fondazione Comunitaria, che in questo modo ha iniziato a lavorare non solo come erogatrice di fondi, ma anche come ‘promotrice’ diretta sul territorio. Una prima ricerca condotta sull’intera provincia di Cremona ha permesso di censire 60 realtà territoriali impegnate sul fronte della povertà alimentare, individuando anche il numero considerevole di pacchi distribuiti ogni mese: 2.200, una cifra che rende anche la dimensione del fenomeno.

«Da qui si partirà per intercettare la grande distribuzione – continuano Corbari e Platé – sia per dare il via ad azioni pensate per ridurre lo spreco alimentare, sia per procedere a eventuali acquisti di gruppo».

A Cremona e nel Casalasco oggi si lavora su un solo specifico aspetto, quello alimentare, perché in questi territori già esisteva un importante lavoro pregresso, iniziato nel periodo Covid e legato alla distribuzione di pacchi alimentari a famiglie in difficoltà.

Qui in tutto sono quattro i tavoli di lavoro avviati: il primo impegnato proprio nella distribuzione dei pacchi solidali, ma anche nei rapporti con la grande distribuzione. Il secondo a sostegno dell’alimentazione (in raccordo con operatori dell’agricoltura sociale e a filiera corta biologica). Il terzo si è focalizzato sul confronto e sull’integrazione fra le differenti piattaforme informatiche di raccolta dati, che le tante realtà non profit impegnate in questo ambito utilizzano, mentre un quarto e ultimo tavolo si concentra sul coinvolgimento e la sensibilizzazione delle giovani generazioni.

Proprio sul tema dei giovani, nel Casalasco si è già avviata una raccolta straordinaria in giugno coinvolgendo anche ragazzi stranieri provenienti dall’Olanda insieme al Polo Romani in collaborazione con organizzazioni non profit della zona come Caritas, Tenda di Cristo, Acli, Protezione civile Le Aquile ed Emporio solidale.

Ora si guarda anche a possibili progetti di alternanza scuola lavoro. Per la parte cremonese e casalasca il gruppo è riunito sotto la sigla ‘Cric – Comunità in rete per il cibo – Filiere sociali per il recupero delle eccedenze e il contrasto alla povertà alimentare’, con ente capofila ‘No Spreco’ e con partner la coop Carità e lavoro, San Vincenzo, La città dell’uomo, Filiera corta solidale, Cosper, Nazareth, Bessimo, Acli Casalmaggiore, Aval, associazione Le aquile, Forum terzo settore cremonese. I membri della rete sono Polo Romani, Cisvol Lombardia Sud est, Tenda di Cristo, Azienda sociale del Cremonese, Concass e Comune di Cremona.

A Crema, accanto alle azioni contro la povertà alimentare si sono aggiunte quelle contro il disagio abitativo e in favore dell’inserimento lavorativo. Tavoli aperti in varie zone del territorio e grazie ai quali si stanno attivando cooperative, associazioni e servizi, individuano casi da accompagnare attraverso lo strumento dei patti sociali.

«Stiamo iniziando a capire quali possono essere le altre attività possibili, insieme a percorsi di formazione e accompagnamento. La durata è biennale, ma vista la complessità e l’articolazione del progetto qui si inizia a pensare a un possibile allungamento dei tempi», anticipano i facilitatori del progetto.

Per la parte cremasca, riunita sotto il titolo ‘3xTe=CommunityCare’ sono attive Fondazione Caritas don Angelo Madeo, circolo Acli di Crema, Comunità sociale cremasca, Consultorio insieme, Mestieri Lombardia. «Mettere insieme realtà differenti – conclude Macconi – è un passo importante ed è la filosofia fondante del progetto. La Fondazione comunitaria si fa conoscere così come una realtà sempre più legata al territorio, con idee delle quali cerca di favorire lo sviluppo in termini progettuali concreti».

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