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LA FRENATA DEI CANTIERI

Brusco stop per l’edilizia: adesso si punta sul Pnrr

A fine anno previsto un calo del 10-12%. Ma il 2022 era stato l’anno del Superbonus 11O%

Andrea Gandolfi

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agandolfi@laprovinciacr.it

22 Agosto 2023 - 12:19

Brusco stop per l’edilizia:  adesso  si punta sul Pnrr

CREMONA - Nell’anno in corso, secondo le previsioni relative ai contributi che le imprese pagano alla Cassa Edile in rapporto ai salari erogati, l’attività edilizia nel nostro territorio potrebbe calare del 10-12% rispetto allo scorso anno. Anche se adesso il dato si attesta intorno al - 6-7%».

Carlo Beltrami, imprenditore del comparto e presidente provinciale dell’Associazione Costruttori Edili, descrive così la battuta d’arresto di un settore che vede comunque una buona occasione di ripresa nei cantieri finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.

beltrami

Carlo Beltrami, presidente dell'Ance

«Il rallentamento di questi mesi è un fenomeno oggettivo, ma non credo vada interpretato con particolare preoccupazione - precisa Beltrami -. Il termine di paragone è infatti quello con una situazione ‘drogata’ come quella del Superbonus 110%, sostenuta da misure abbastanza irrealistiche e che non avrebbe potuto certo stabilizzarsi. A tutto questo si era poi aggiunta un’ulteriore flessione, per il prolungato ‘stop’ posto in essere dai player finanziari come Banche e Poste Italiane all’acquisto dei crediti d’imposta legati al Superbonus; acquisto che le stesse Poste hanno da poco riavviato».

Una parziale inversione di rotta potrà arrivare grazie alle opere finanziate dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. «Le imprese cremonesi impegnate su questo fronte sono già parecchie; del resto, al momento quasi tutte le opere pubbliche sono finanziate dai fondi del Piano, e il fatturato dell’edilizia ne risentirà positivamente», sottolinea il presidente dell’Ance provinciale.

«Tra le difficoltà con le quali siamo quotidianamente chiamati a confrontarci, mantiene però rilievo e dimensioni allarmanti la difficoltà a reperire manodopera. Un grosso problema che si tocca con mano in tutti i settori produttivi, in tutta Italia, e che non riguarda solamente il personale specializzato. Manca anche la manodopera ‘generica’; non riusciamo a trovarne nonostante le possibilità di lavoro, e mentre certo dibattito pubblico continua ad attardarsi sul reddito di cittadinanza ed altre questioni del genere... Quando - lo ripeto - il lavoro c’è».

Tornando ai dati chiamati a definire l’andamento del comparto nel 2023, Beltrami si richiama alla previsione di massima relativa alla massa - salari, ma precisa che per poter contare su cifre più precise e dettagliate bisognerà aspettare la fine dell’annata; conclusione che, in un lavoro ancora abbastanza legato ad elementi di stagionalità, non coincide con il 31 dicembre ma con il 30 settembre.

«A quella data chiuderemo i conti della nostra Cassa Edile, e saremo nelle condizioni di fare analisi e valutazioni più approfondite. Ribadisco però che un confronto diretto tra il 2023 ed il 2022 non ha molto senso, data la particolarità del contesto che ha segnato - purtroppo anche con diversi scandali ed episodi negativi - la stagione del Superbonus 110%, caratterizzata da un andamento senza dubbio eclatante e per molti aspetti ‘fuori misura’. Ripetersi a quei livelli non sarebbe stato né logico, né possibile, e forse neppure giusto».

«Per questo l’ipotizzato calo del 10-12% non mi impressiona più di tanto. Alla fine, siamo tornati a valori sostanzialmente fisiologici, che nei prossimi mesi potrebbero anche rivelarsi in salita».


 

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