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Raid a villa Olmi: via gioielli e ricordi

Ladri nella residenza della famiglia. «Ci hanno rubato 40 anni di memorie e il cuore». Razziati anche cimeli di Renato, leggenda del calcio cremasco. Ritrovata la medaglia

Riccardo Maruti

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rmaruti@laprovinciacr.it

11 Agosto 2023 - 05:15

Raid a villa Olmi: via gioielli e ricordi

CREMA - «Ci hanno rubato il cuore», dice Monica Olmi con voce scossa, ancora turbata per il furto subito lo scorso weekend, quando dalla sua abitazione — una cascina isolata, ai margini della città — sono spariti orologi e gioielli. Un bottino dall’ingente valore economico.

«Ma il valore affettivo è infinitamente più grande — rimarca —. Si sono presi quarant’anni di sentimenti, i regali di una vita scambiati con mio marito e con i miei genitori». Compresi alcuni ricordi di papà Renato, leggenda del pallone cremasco e azzurro, campione del mondo nel 1938 con la Nazionale. I ladri si sono impossessati anche di una medaglia conquistata sul campo dal calciatore che in carriera ha indossato le maglie di Crema, Cremonese, Brescia, Ambrosiana-Inter e Juventus. Nella fuga, però, i malviventi hanno smarrito il prezioso cimelio: «Probabilmente la medaglia gli è scivolata accidentalmente dalle mani — racconta Olmi — e per fortuna i carabinieri, durante il sopralluogo, sono riusciti a ritrovarla, non lontano da casa. Almeno quel pezzo di memoria è salvo».

olmi

Renato Olmi

Non si pensi, tuttavia, a una banda di sprovveduti: il profilo degli autori della razzia è quello degli specialisti. Il raid, infatti, ha i contorni del piano escogitato con estrema precisione. I ladri sono entrati in azione quando la cascina era incustodita, con i proprietari ormai lontani per le vacanze. Giunti nei pressi dell’abitazione, i delinquenti hanno neutralizzato il sistema d’allarme prima di indirizzare la loro attenzione verso una delle inferriate installate a protezione dei serramenti: dopo averla letteralmente smurata, con attrezzi da scasso e gesti calcolati, hanno avuto via libera alle stanze della cascina. E hanno trafugato tutto quanto possibile.

«Ci ha avvisato lunedì mattina un’amica, che si era offerta di annaffiare le piante durante la nostra assenza — spiega la padrona di casa —. È stato un atto di grande violenza, materiale ed emotiva. Ma siamo vivi: cosa sarebbe accaduto se non fossimo partiti?». Un interrogativo inquieto che si somma al dolore della memoria perduta.

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