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Pnrr, agli enti cremonesi vanno 306 milioni: finanziati 1.422 piani

A Cremona oltre 92 milioni per 167 interventi, a Crema 21 milioni per 43 progetti

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

09 Agosto 2023 - 05:30

Pnrr, agli enti  cremonesi vanno 306 milioni: finanziati 1.422 piani

CREMONA - Dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) gli enti pubblici del territorio cremonese, tra cui ci sono ovviamente i Comuni, beneficeranno di fondi per 306 milioni di euro. Sono già assegnati, mentre per la realizzazione dei progetti che finanziano c’è tempo sino al 2026. Sono suddivisi nelle sei missioni del Pnrr: la uno, che riguarda digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo. La due, inerente alla rivoluzione verde e alla transizione ecologica. Poi la tre, dedicata a infrastrutture per una mobilità sostenibile, la quattro su istruzione e ricerca, mentre la cinque ingloba il comparto sociale, in particolare i capitoli dedicati a coesione e inclusione. Infine, la sei, relativa alla salute. In totale 1.422 interventi che interessano ogni città e paese.

In maggioranza, 757, sono dedicati alla misura uno, altri 467 riguardano la due e 109 la quattro. In valori assoluti sono i fondi per la rivoluzione verde e alla transizione ecologica a fare la parte del leone, con l’assegnazione di 85 milioni di euro. Per digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo il cremonese ha a disposizione 60 milioni di euro. Segue la misura cinque, finanziata con 51 milioni: in questo caso si tratta di 62 progetti, dunque mediamente sono gli interventi con l’importo singolo più elevato, equivalente a 822mila euro. Poi, la misura uno con 35 milioni.

Non risultano al momento fondi assegnati per la tre, quella dedicata alla mobilità sostenibile. Questi dati sono stati resi noti dalla Regione Lombardia e sono consultabili sul sito dell’ente, dove è stata attivata una dashboard digitale interamente dedicata agli investimenti del Pnrr. Una mappa suddivide gli stanziamenti per i singoli territori provinciali. 

QUI TUTTI GLI INTERVENTI IN PROVINCIA

pnrr

Tramite
la dashboard
sarà possibile conoscere tipologia
ed entità degli investimenti
in Lombardia
e osservare
per ogni Comune
la distribuzione delle risorse relativamente
a ognuna
delle 6 missioni

«Con questo strumento sarà possibile conoscere la tipologia e l’entità degli investimenti in Lombardia e osservare per ogni singolo comune e provincia la distribuzione delle risorse relativamente a ognuna delle 6 Missioni del Programma, con dati aggregati o di dettaglio», chiarisce il consigliere regionale del Pd Matteo Piloni. Come numero di progetti con fondi assegnati , la provincia si piazza davanti a quelle di Lecco, Sondrio, Lodi e Mantova. Fanno meglio Milano, Brescia, Bergamo, Varese, Pavia e Como.

A livello di singoli Comuni, i maggiori finanziamenti sono quelli che spettano a Cremona. Il capoluogo beneficerà di 92.514.000 milioni di euro, per 167 interventi. Seguono, le altre due principali città del territorio, Crema e Casalmaggiore. La prima con 43 progetti finanziati con 21.385.000 euro. La seconda con 35, pari a 11.174.000. Tra i paesi, Pandino è il primo, con 22 interventi previsti per oltre 7 milioni di euro. Sono venti quelli a Castelleone, e 19 quelli di Soncino entrambi però con cifre molto inferiori, pari a 2,7 milioni di euro. Pizzighettone ha 18 progetti per oltre 6,2 milioni di euro.

Tra i comuni più piccoli spiccano Camisano, 17 interventi che equivalgono a 1,034 milioni di euro, e Capergnanica. Qui i progetti in corso sono 16 e sfiorano i 3,7 milioni di euro di finanziamento. Fanalino di coda Olmeneta, con tre interventi, ultima anche in termini di fondi intercettati, pari a 308mila euro.

Ci sono poi tre paesi a quota quattro progetti inclusi nel Pnrr. Sono Scandolara Ripa d’Oglio, Cella Dati e Cappella de’ Picenardi. Su tutti questi finanziamenti e sulla cifra complessiva spettante ai progetti del territorio, pende però ora la spada di Damocle dei tagli.

La scorsa settimana, in Parlamento, il ministro Raffaele Fitto aveva presentato la proposta di modifica del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) che il Governo intende sottoporre alla Commissione europea. Tra gli interventi che hanno destato maggiore scalpore vi è il definanziamento di diverse misure, giustificato con il fatto che si tratta di investimenti che in gran parte finanziano progetti in essere. Sono dunque interventi messi a terra prima dell’avvio del Pnrr e spesso non in linea con vincoli e criteri richiesti dall’Ue. In questo novero sono compresi dei progetti che, per come sono stati ideati, rischiano di non essere completati entro il 2026. Evidente che un simile taglio avrebbe un impatto particolarmente significativo per gli enti locali, in primis Comuni e città metropolitane. Una scelta che ha inevitabilmente scatenato polemiche, nonostante il governo abbia assicurato che tutti i progetti rientranti nelle misure definanziate saranno recuperati attraverso l’impiego di altre risorse.

Tra gli amministratori locali, ma ovviamente non solo tra loro, e negli altri enti pubblici che hanno presentato progetti a cui sono stati assegnati dei fondi, serpeggia una certa preoccupazione, per il timore di veder ridimensionati gli investimenti che spesso sono decisivi per la sopravvivenza di istituzioni e strutture pubbliche.

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