L'ANALISI
02 Agosto 2023 - 05:00
CREMONA - Dopo gli ok di Unione europea e Governo, per il maxi Piano di rinaturazione del Po è arrivato anche il via libera della Corte dei conti: in settembre, in accordo con le Regioni e l’Autorità distrettuale che stileranno una scala di priorità, potranno partire i primi interventi di scavo e ripiantumazione. L’opera, che complessivamente prevede un investimento da 357 milioni di euro nell’ambito del Pnrr, tocca da vicino anche Cremona, il Cremonese, il Casalasco e la vicina sponda piacentina.
Ad annunciarlo è l’Aipo, spiegando che l’obiettivo principale è riattivare e riaprire lanche o rami abbandonati. Il Po, infatti, ha lungamente subito una forte pressione antropica che progressivamente ha generato evidenti squilibri ambientali per i quali serve «un mosaico di rigenerazione». Il piano ha ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie nonostante il repentino mutamento dello scenario globale, l’oscillazione dei costi delle materie prime e le comprensibili difficoltà che numerose Amministrazioni in tutto il Paese hanno affrontato nella messa a terra del Pnrr. Autorizzazioni, dunque, tutt’altro che scontate.
Per meglio comprendere in cosa consisteranno i lavori in partenza fra fine estate e inizio autunno, basti pensare a quanto realizzato recentemente da Aipo a Gussola: sono state abbassate le quote di navigazione dei ‘pennelli’ del Po, cosa che «consente e facilita l’ingresso della risorsa idrica nelle lanche o nei rami fluviali secondari in caso di piena». Interventi simili riguarderanno anche i tratti fluviali di Cremona, Spinadesco, Crotta d’Adda, Stagno Lombardo, Gerre de’ Caprioli, Pieve d’Olmi, San Daniele Po, Motta Baluffi, Casalmaggiore, Torricella del Pizzo, Castelvetro Piacentino, Monticelli d’Ongina, Villanova sull’Arda.
Fra i progetti più rilevanti – sia in termini economici sia di superficie interessata – c’è il numero 18, nella zona compresa fra Spinadesco e Isola Serafini di Monticelli (toccando anche la sponda lodigiana di Castelnuovo Bocca d’Adda): con 20 milioni di euro si procederà a scavi per ben un milione di metri cubi e all’abbassamento dei ‘pennelli’ in un tratto di 2,8 chilometri. Sarà interessata da scavi anche la Lanca di Livrini a Cremona, oggi lontano ricordo di quella che era una piccola isola di biodiversità. Dopo varie ipotesi di recupero, per questa area grazie al Pnrr si partirà con abbassamento di barre e apertura di rami morti del fiume.
Bocciato invece — anche in seguito ad accese polemiche che avevano portato il caso all’attenzione dei media nazionali dopo un’inchiesta di Report, in merito a dubbi e presunti conflitti d’interesse sulle escavazioni – il piano di rinaturazione di località Foce Nure a Caorso: è stato considerato non coerente con l’obiettivo.
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