L'ANALISI
07 Agosto 2023 - 10:50
CREMONA - Il Papa ha celebrato ieri a Lisbona, alla presenza di 700 vescovi, 10mila sacerdoti e 1,5 milioni di giovani, la messa che ha chiuso la Giornata mondiale della gioventù. La prossima Gmg si terrà a Seul nel 2027, ha annunciato Bergoglio, che ha dato appuntamento a Roma nel 2025 per il Giubileo dei giovani.
«Non temete di non farcela, il mondo ha bisogno di voi», ha detto Francesco all’Angelus, rivolgendo un pensiero ai ragazzi che non hanno potuto partecipare a causa delle guerre. «Sogno la pace, pregate per l’Ucraina. Tornando a casa, continuate a pregare per la pace. Voi siete un segno di pace per il mondo, una testimonianza di come le nazionalità, le lingue e le storie possono unire anziché dividere. Siete la speranza di un mondo diverso».
Sul prato del Parque Tejo anche una folta delegazione di cremonesi, accompagnati dal vescovo Antonio Napolioni. Hanno atteso la messa del mattino dopo la veglia di sabato con il Papa. E la liturgia serale di sabato è stato uno dei momenti più emotivamente intensi della Gmg: i giovani pellegrini sono stati in rispettoso e riflessivo silenzio. Questo il racconto dell’alba di domenica e della giornata clou della Gmg, raccolto dal sito della Diocesi.
«Durante la notte si prova a dormire tra sassi sotto la schiena e temperature verso i 15 gradi». Eppure «si pensava un clima peggiore — riassume Chiara di Cremona, dell’unità pastorale Sant’Omobono —. Ci aspettavamo più freddo e umido, in realtà non è così terribile come a Cracovia nel 2019».
Qualche sacerdote del gruppo di Cremona verso le 4 del mattino inizia ad avviarsi al palco centrale per concelebrare la messa di chiusura, raggiunto quindi dagli altri confratelli cremonesi. Attorno all’altare anche tutti i vescovi, e tra loro il vescovo Napolioni. La notte inizia a lasciare spazio al sole e l’alba sul Tejo accompagna il risveglio anche dei ragazzi cremonesi, tra occhi e vestiti stropicciati, tra sacchi a pelo impolverati e bagnaticci, tanti sbadigli e poche ore di vero sonno.
«Avrò dormito in tutto un’ora e mezza, ma con tutte queste persone attorno a me ad aspettare il Papa e l’alba è qualcosa di suggestivo», racconta Matawa di Piadena.
La colazione è animata poi dalla musica di discoteca realizzata e remixata da un prete dj dal palco centrale, molto apprezzata dai partecipanti nonostante la levataccia. Nel frattempo il sole inizia la sua salita verso lo zenith, mentre il Pontefice ha iniziato da poco il suo giro per i settori del campo sulla papamobile verso l’altare. Iniziano i lenti preparativi dei circa 500 giovani cremonesi in vista della messa e della successiva partenza.
C’è qualche disagio per il maxischermo difettoso, ma «mi aspetto un’esperienza maestosa» ed «elettrizzante», dicono Lucrezia di Bozzolo e Ottavia di Viadana. Dal Papa, nell’omelia, l’incoraggiamento forte a non avere paura: «È bello quanto abbiamo sperimentato con Gesù, ciò che abbiamo vissuto insieme e come abbiamo pregato. Ma, dopo queste giornate di grazia, ci chiediamo: cosa portiamo con noi ritornando nella valle della vita quotidiana?». La risposta in tre parole: «Brillare, ascoltare, non temere».
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