L'ANALISI
07 Agosto 2023 - 05:25
Il dottor Marco Stabile
CREMONA - In 35 anni di carriera «un caso così non l’avevo mai visto». Si tratta di una paziente di 38 anni ricoverata per setticemia e andata in shock settico. «Il che significa morire, perché i batteri che hanno invaso il torrente circolatorio vanno nel sangue, vanno dappertutto e provocano uno sconquasso con emboli settici in tutti gli organi. Il naso era completamente in necrosi».
Si poteva intervenire con il bisturi: un massiccio intervento chirurgico con tutte le conseguenze. Invece, «le abbiamo salvato il viso con l’applicazione topica di eparina. Dopo due giorni la paziente è migliorata, dopo un mese era guarita senza cicatrici. È il primo intervento eseguito con successo, è una novità mondiale».
E, adesso, il «miracolo» compiuto da Marco Stabile, 62 anni, medico di Cremona, primario di Chirurgia Plastica all’ospedale di Castel San Giovanni (Piacenza) è stato pubblicato sulla rivista americana indicizzata Archives of Clinical and Medical Case Reports .
«Il fatto di essere uno dei pionieri in questo particolare campo mi dà soddisfazione, perché abbiamo salvato la paziente, salvandole il viso», commenta Stabile, che da anni utilizza l’eparina per curare le ustioni superficiali. E che a marzo del 2020 intuì che anche il Covid-19 si potesse sconfiggere con l’eparina. Salvò tutti i suoi pazienti.
Due anni fa, un altro medico di Cremona, Massimo Nolli, allora direttore di Dipartimento dei rianimatori dell’ospedale Maggiore di Piacenza, lo chiamò: «Abbiamo una paziente con questa necrosi al naso. Vieni a vederla, sei il primario della Chirurgia plastica, noi dobbiamo sapere cosa fare, aiutaci». «Il grande merito — sottolinea Stabile — va agli anestesisti e ai rianimatori che hanno dato il supporto maggiore alla paziente con le terapie mirate antibiotiche, il supporto nutrizionale, il supporto di ossigeno e quant’altro».
Stabile quel giorno telefona al suo amico Silvio Podda, primario della Chirurgia Plastica a New York. «Mi ha detto: "È veramente aggressivo, togli via tutta la necrosi chirurgicamente". Ed io: "Okay, possiamo fare così, ma nell’attesa di un giorno o due, preferisco fare questa terapia mirata con l’eparina topica. La faccio da tanti anni, al limite in questo caso non funziona, ma, secondo me, qualcosa fa"». La paziente è guarita.
Un pioniere, Stabile, con i suoi collaboratori Luca Rosato e Valeria Navach. «In letteratura non è mai stato descritto un caso così, curato in questa maniera. Sappiamo che l’eparina è un anticoagulante, ma soprattutto è un antiinfiammatorio. L’azione sinergica di questi due effetti noi l’abbiamo già utilizzata nelle ustioni superficiali con ottimi risultati. In questo caso abbiamo avuto la conferma che anche in una necrosi importante dovuta a shock settico, l’eparina topica ha risolto il problema». Un caso peculiare. «È una piccola pietra miliare nella letteratura scientifica che può far aiutare molti pazienti con questa terapia. Una terapia che non costa nulla e non è chirurgica. Diffondere la cultura scientifica per migliorare la pratica medica in favore dei nostri pazienti è lo scopo di queste riviste. È la scienza che va avanti».
La pubblicazione è del 3 agosto scorso. E da San Diego, a Stabile sono arrivate le congratulazioni del professor Michael Saliba. Il due si conobbero nel 2006 ad un convegno mondiale, in Brasile, sulle grandi ustioni che Saliba curava con una terapia a base di eparina. Tre giorni fa, gli ha detto: «Tu sei la mia punta di diamante in Europa», perché «in Europa la terapia con l’eparina non la faceva nessuno — osserva Stabile —. Sono stato il primo a diffonderla nei congressi internazionali di chirurgia plastica: Parigi, Inghilterra... Saliba mi ha mandato in Pakistan, ne ho parlato in Canada al congresso mondiale sulle ustioni. La cosa importante è l’aver dimostrato, con la pubblicazione relativa a un solo caso, la potenza dell’efficacia di questa terapia innocua, perché non costa niente, non è invasiva, perché solo topica e, soprattutto, il risultato è sotto gli occhi di tutti».
Stabile si è letto la pubblicazione sulla rivista medica americana durante le sue vacanze in Sardegna (con la famiglia), in un posto «dove ci sono solo io e nessuno». Un luogo ideale «per meditare anche su queste cose» e su dell’altro. Tifosissimo dell’Inter a caccia di un portiere, lui la soluzione ce l’ha: «Carnesecchi della Cremonese, un grandissimo portiere: l’ha dimostrato anche nella Nazionale under 21, giusto?».
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