L'ANALISI
06 Agosto 2023 - 05:00
PANDINO - C’è sempre la Russia a mettere i bastoni tra le ruote all’infinito viaggio del motociclista pandinese Maurizio Limonta verso il Giappone.
A fine maggio, il proprietario di un hotel gli aveva negato l’alloggio in quanto italiano e dunque di una nazione che appoggia la scelta di rifornire di armi l’Ucraina, impegnata a contrastare l’invasione russa. Mentre stavolta il problema si è verificato alla frontiera. Al momento di tornare in Russia dalla Mongolia, attraversata nei giorni scorsi, Limonta è stato respinto.
«Il visto business utilizzato per raggiungere una destinazione fuori dalla giurisdizione dell’azienda nominata per l’invito non è valido. Tanto meno dichiarare e motivare l’ingresso per turismo», ha raccontato lui stesso in uno dei periodici aggiornamenti postati sui social, in cui descrive la sua avventura, cominciata a maggio.
A quel punto non ha potuto far altro che prendere un aereo nella capitale mongola e rientrare in Italia per rifare i visti. Un notevole imprevisto che non ha però fermato il pandinese e i suoi compagni di viaggio. Nei giorni scorsi Limonta è tornato in Mongolia, ha ripreso la sua Yamaha Ténéré ed è finalmente riuscito ad entrare in Russia.
Adesso ha raggiunto il porto di Vladivostock per imbarcarsi alla volta della Corea, da dove poi attraverserà ancora il mare per raggiungere il Giappone, in particolare la casa madre della Yamaha, punto di arrivo finale dell’avventura. Il motociclista pandinese d’adozione è protagonista del Kamchatka raid, che ha ha anche uno scopo benefico, ossia raccogliere fondi in favore dell’ospedale pediatrico che Emergency gestisce in Afghanistan. Il suo viaggio lo ha portato prima a Capo Nord, in Norvegia, per poi a scendere nella confinante Russia. Da lì ha attraversato il paese in direzione sud ,raggiungendo le ex repubbliche sovietiche dell’area asiatica. Si è poi spinto lungo la catena montuosa del Pamir, per scendere infine verso la Mongolia, attraversando anche il mitico deserto del Gobi: decine di migliaia di chilometri percorsi in oltre due mesi e mezzo in sella alla moto fornita dalla casa madre. Ormai è vicino ai 30mila chilometri completati, tra paesaggi mozzafiato, terre disabitate e alcune grandi città. Con lui ci sono i compagni di viaggio e di avventura Rosario Sala e Francesco Ballatore. Tra le ultime difficoltà incontrate nell’infinito viaggio sino all’estremo est delle terre emerse, anche quelle relative al rifornimento.
«Nei giorni scorsi — spiega — lungo la Transiberiana, dalla città di Chita fino a Skovorodino, abbiamo percorso 1.000 chilometri circa trovando chiuse quasi tutte le stazioni di servizio, che sono pochissime, forse quattro o cinque. Alcune erano aperte, ma avevano esaurito la benzina. Ci siamo attrezzati con taniche di scorta per evitare di rimanere a piedi».
Il team è preparato ad ogni evenienza, forte di numerose esperienze di raid motociclistici a cominciare da quello dell’anno scorso, che aveva portato Limonta e i suoi compagni di viaggio a raggiungere la penisola arabica (e ritorno ovviamente) partendo sempre dall’Italia.
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