L'ANALISI
31 Luglio 2023 - 05:20
Renato Ancorotti e Stefano Foggetti
CREMONA - «La ricreazione è finita»: il senatore Renato Ancorotti alza la voce per richiamare all’ordine la classe cremonese di Fratelli d’Italia. E, dopo la sgridata, impartisce la lezione: «Le frizioni interne al coordinamento provinciale sono la conseguenza di personalismi insensati. Per Fratelli d’Italia, principale forza della coalizione di governo, è il momento di guardare avanti e di aprirsi al nuovo». Poi il ‘prof’ rimanda tutti a settembre: «Subito dopo l’estate sarà indispensabile un momento di verifica. Ritengo sia opportuno azzerare il coordinamento per confrontarsi in termini costruttivi allo scopo di ristrutturare la dirigenza».
E sottolinea: «La mia non vuole essere una bocciatura del coordinatore cremonese Stefano Foggetti, ma un invito al dialogo in una prospettiva di fisiologico turnover». Ancorotti, leader carismatico di FdI in provincia, sceglie i toni secchi per gettare acqua sul fuoco attizzato dal nucleo di presidenti ed esponenti di spicco dei circoli territoriali che ha apertamente sfiduciato Foggetti con una lettera inviata alla coordinatrice regionale Daniela Santanchè e, per conoscenza, alla presidente nazionale Giorgia Meloni. «I risultati deludenti delle recenti amministrative hanno palesato l’incapacità di costruire i giusti presupposti per conseguire risultati vincenti», si legge nel messaggio, che invita a «una doverosa selezione della classe dirigente» anche «mettendo in discussione posizioni consolidate da anni e contraddistinte dallo scarso operato e dal poco entusiasmo».
Un autentico regolamento di conti — annunciato nero su bianco — fra le due opposte anime del partito: da un lato i sostenitori dell’europarlamentare Carlo Fidanza, dall’altra i fedelissimi dell’ex vice presidente della Regione Lombardia Mario Mantovani. Ancorotti prova a stemperare gli animi: «All’interno di Fratelli d’Italia non ci sono fazioni contrapposte, ma esiste una pluralità di vedute che — è innegabile — ha prodotto tensioni e, ora, necessita di un’armonizzazione». La ragione del contendere ruota attorno ai profili dei componenti del coordinamento provinciale: in molti chiedono di riequilibrare le forze in seno alla dirigenza garantendo una equa rappresentanza all’una e all’altra ala del partito.
Sul tema Ancorotti si sbottona quel tanto che basta: «Sono uscito dal coordinamento provinciale per beghe da bar. Ho cercato in ogni modo di trovare una soluzione pacifica, ma mi sono scontrato con l’inflessibile opposizione di Foggetti. A scanso di equivoci: ritengo che il coordinatore abbia svolto un lavoro eccellente, ma questo non è il tempo delle barricate. Fratelli d’Italia ha il bisogno e il dovere di allargare la propria visione, di far coesistere le diverse posizioni e di includere nuove figure».
Il nome rampante, in questo momento, è quello dell’ex assessore provinciale e consigliera comunale a Cremona Chiara Capelletti: «Per competenze e personalità, la considero una delle figure ideali per lo sviluppo dell’azione politica in seno al partito», ammette Ancorotti. Che, infine, cita un altro modello: «Il circolo cittadino di Crema sta offrendo al coordinamento provinciale un esempio da seguire. Niente contrasti, disponibilità alla condivisione e maniche rimboccate». Insomma: pacificare per ristrutturare. La ricetta della fratellanza d’Italia, per Ancorotti, è tutta qui.
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