L'ANALISI
30 Luglio 2023 - 07:45
Il ministro Daniela Garnero Santanchè e il presidente del Consiglio Giorgia Meloni
CREMONA - Fratelli coltelli d’Italia. A far scoccare l’ora della resa dei conti fra i meloniani cremonesi è la lettera firmata dai presidenti di nove dei diciotto circoli provinciali e indirizzata alla coordinatrice regionale Daniela Santanchè e, per conoscenza, alla presidente nazionale Giorgia Meloni. Il bersaglio — seppure mai chiamato in causa con nome e cognome — è uno solo: il coordinatore provinciale Stefano Foggetti. Sfiduciato, di fatto, dalla metà dei suoi scudieri. La spaccatura in seno al coordinamento cremonese è destinata a ridisegnare i rapporti di forza all’interno del partito in vista della tornata amministrativa del prossimo anno. Quando in palio ci sarà la poltrona più pesante del territorio: quella di sindaco di Cremona. «Le scriviamo per richiedere la sua attenzione e un suo intervento al fine di rilanciare l’azione politica del nostro partito nella provincia di Cremona», esordiscono i nove dissidenti. Che, subito dopo, mandano a segno la prima stoccata: «È sempre più pressante la necessità di rifondare un coordinamento provinciale che, in maniera collegiale e condivisa, sia all’altezza delle sfide che il nostro territorio vive quotidianamente».
Un’aperta bocciatura della guida territoriale, che si fa esplicito j’accuse poche righe più avanti, quando i firmatari auspicano che il partito «ritrovi le ragioni del confronto e della condivisione nei suoi organi decisionali, deputati ad assumere le più opportune deliberazioni per incidere positivamente sulla politica territoriale» e «che sia di supporto e non di ostacolo ai suoi massimi rappresentanti istituzionali, quali il senatore Renato Ancorotti e il consigliere regionale Marcello Ventura, chiamati oggi a un essenziale ruolo di collegamento tra il nostro territorio e le grandi istituzioni del Paese». A chiarire, senza mezzi termini, il posizionamento dell’ala ribelle. Nel loro messaggio a Santanchè e Meloni, gli agitatori della fronda toccano il cruciale tema elettorale, manifestando la propria preoccupazione per le «importanti e strategiche elezioni europee ed amministrative del 2024, scadenze che richiedono la giusta preparazione e organizzazione».
Ed è a questo punto che i firmatari della lettera scagliano la freccia avvelenata: «I risultati deludenti delle recenti amministrative hanno palesato l’incapacità di costruire i giusti presupposti per conseguire risultati vincenti». Insomma: gli ultimi insuccessi alle Comunali (in testa quello di Crema) sono soprattutto colpa di Foggetti, secondo i ribelli. Infine, l’invito ad operare «una doverosa selezione della classe dirigente» che rappresenti il partito, «mettendo in discussione anche posizioni consolidate da anni e contraddistinte dallo scarso operato e dal poco entusiasmo». Parole pesanti come macigni, che mettono in serissima discussione la leadership di Foggetti.
Per Stefano Foggetti, commissario provinciale di Fratelli d’Italia, la lettera firmata da nove presidenti di circolo che non lo cita ma lo addita di fatto come responsabile di una gestione che non farebbe gli interessi del partito, non merita molto di più che un diplomatico ‘no comment’. «Cosa ho da dire a riguardo? Onestamente nulla», dichiara. «La nostra Federazione non ha mai spesso di funzionare e continua a farlo, come dimostrano i risultati concreti: giusto venerdì scorso è stato costituito il circolo di Castelleone, tra una settimana ne faremo nascere un altro... Non credo ci sia molto da aggiungere. A Cremona Fratelli d’Italia sta lavorando e lo sta facendo bene. Peraltro, non mi stupisce che girino certe voci... Da quando il nostro consenso è arrivato al 30% se ne sentono di ogni genere, ma alla fine ci sta, penso che sia perfino normale. Dunque non vedo il motivo di attardarmi più di tanto su questioni del genere. Guardo avanti e tiro diritto. L’importante è continuare a lavorare come si deve e come - ribadisco - stiamo facendo».
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