L'ANALISI
19 Luglio 2023 - 17:41
Cristina Pedrabissi e il marito Maurizio Merlini
CREMONA - La pena già concordata con il pm «non è congrua». Oggi il gup ha negato il patteggiamento a 4 anni di reclusione e rinviato a giudizio Cristina Pedrabissi, 55 anni, l’ex funzionaria del Credito Emiliano, senior private banker che in dieci anni, dal 2011 al 2021, avrebbe truffato le anziane sorelle Giordana e Marise Zanardi, 90 e 92 anni, di Casalbuttano, morte nel 2020, Giordana il 29 luglio, Marise il 7 dicembre, dopo un lungo ricovero a Cremona Solidale. Una maxi truffa da oltre 2 milioni di euro per la Procura, che contesta all’ex bancaria anche l'autoriciclaggio. Il gup ha negato il patteggiamento a 3 anni e 6 mesi a Maurizio Merlini, 61 anni, marito della Pedrabissi, lui accusato di ricettazione e autoriciclaggio. Nel processo si è costituito parte civile Leonardo Ardigò, imprenditore di Merlino (Milano), erede di Marise, assistito dall’avvocato Roberto Peccianti di Milano. Non è stata ammessa la costituzione di parte civile del Credito Emiliano, mancando la prova che abbia avuto un danno. Ma la banca entra nel processo come responsabile civile chiamata in causa dall’erede Ardigò. La prima udienza si terrà il 21 novembre prossimo.
Pedrabissi voleva chiudere con il patteggiamento «anche e non solo sulla scorta delle condizioni di salute incompatibili con la celebrazione del processo. Ha sempre sostenuto di essere in grado di precisare ogni passaggio ed ogni trasferimento di denaro effettuati con mezzi tutti tracciabili, come i bonifici», ha spiegato l’avvocato Paolo Bregalanti, che difende la madre e la suocera della Pedrabissi e la figlia di Merlini. L'ex bancaria e il marito sono invece difesi dagli avvocati di Roma Stefano Aterno ed Ernesto Bellisario.
Con il patteggiamento, marito e moglie avevano messo «sul piatto» tutti i loro beni, mobili e immobili, già sequestrati: dal lussuoso appartamento agli arredi, alla moto. Nell’indagine della Guardia di Finanza sono finiti acquisti personali pagati con assegni, bonifici o con il Pos, la sottoscrizione di polizze e i premi incassati. Un mucchio di soldi: 2 milioni e 229.723 euro.
Giordana Zanardi era vedova. Nel 2010 pianse anche la morte del suo unico figlio Raffaele Ghisolfi. Marise, ostetrica di Casalbuttano, non si sposò.Si tenevano compagnia le sorelle Zanardi, una vita di risparmi, la loro.
L’indagine nasce da due esposti: uno lo ha presentato Ardigò, l’altro la compagna di Raffaele Ghisolfi che non si è costituita parte civile. Assistita dall’avvocato Federico Tresoldi, il risarcimento del danno lo chiede alla banca e all’ex funzionaria Pedrabissi nella causa già intentata: l’udienza è fissata a gennaio. Secondo chi ha indagato, Pedrabissi avrebbe approfittato dell’età avanzata delle sorelle Zanardi, della loro «solitudine» e delle loro precarie condizioni di salute». Avrebbe carpito la loro fiducia, «inducendole ad aprire senza alcuna apparente motivazione, conti correnti presso l’istituto di credito Fideuram, falsificando in alcune occasioni le loro sottoscrizioni in calce a documenti bancari, e comunque captando in modo fraudolento la loro firma attraverso false rappresentazioni della realtà, nonché operando direttamente sui loro conti correnti anche attraverso Internet procurando a sé private della quasi totalità dei loro averi». Truffa con le aggravanti «di aver approfittato di circostanze, anche in riferimento all’età delle vittime, tali da ostacolare la privata difesa, di aver cagionato alle sorelle Zanardi un danno patrimoniale di rilevante gravità, di aver commesso il fatto con abuso di prestazione d’opera e in danno di persone ricoverate in una Rsa».
Nelle carte dell’inchiesta ci sono prelievi di contanti per 468.049 euro, ordinativi di bonifici in favore della Pedrabissi per 6 mila euro, in favore del marito per 381.705 euro, in favore della suocera per 51.500 euro. Ma anche «ordinativi di assegni circolari verso rapporti bancari intestati alla suocera per 32.500 euro, alla madre per 170 mila euro». Ci sono le sottoscrizioni di polizze vita. In una risultava beneficiaria Pedrabissi che ha riscosso 32.362 euro di premio, in un’altra era beneficiaria con la madre «a beneficio del conto Fideuram cointestato a sé stessa e a sua madre, così da beneficiare direttamente di premi netti per un totale di 460.008 euro». In un’ altra ancora, beneficiaria era la suocera, «permettendole così di riscuotere un premio netto pari a 115.136 euro».
Sotto la lente, l’ordinativo di bonifici per pagare acquisti personali per 105.588 euro, l’ordinativo di assegni circolari per 10mila euro e pagamenti con il Pos per 13.505 euro. Pedrabissi è accusata di autoriciclaggio «per aver impiegato in attività economiche e in prodotti finanziari parte del denaro ‘racimolato’ con la truffa, per un totale di 669.977 euro, «in modo da ostacolare concretamente l’identificazione della sua provenienza. In particolare, avrebbe reimpiegato in attività economiche provviste per 25.760 euro, effettuando bonifici di pari importo in favore della Bimer» la srl di cui lei era proprietaria al 40%, il marito Merlini al 60% sino al 28 luglio di un anno fa. Pedrabissi ha poi investito 644.217 euro in prodotto finanziari attraverso la sottoscrizione di fondi/polizze e l’acquisto di azioni/obbligazioni.
Il marito deve rispondere di ricettazione. Secondo il pm, attraverso la truffa contestata a sua moglie, ha ricevuto 877.699 euro. Come? Nel mirino bonifici bancari e liquidazione di polizze vita. Sul suo conto corrente sono finiti 765.699 euro: 381.705 da bonifici bancari, 383.994 da liquidazione di polizze vita. Somme provenienti «direttamente dai rapporti bancari intestati alle sorelle Zanardi». Ed ancora, attraverso un bonifico bancario, Merlini ha ricevuto sul proprio conto da sua madre 112 mila euro, «somma proveniente dalla liquidazione in favore della madre di una polizza vita con premio netto riscosso pari a 115.136 euro, polizza vita che vedeva contraente Giordana Zanardi», dice l’accusa. Merlini è accusato anche di autoriciclaggio per aver reimpiegato in attività economiche provviste per 111.500 euro, effettuando bonifici di pari importo in favore della Bimer srl e investendo in prodotti finanziari 270.619 euro attraverso sottoscrizioni di fondi/polizze e acquisto di azioni/obbligazioni. Dal 2018 al 2022.
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