L'ANALISI
12 Luglio 2023 - 15:39
Il carcere di Cremona in via Cà del Ferro
CREMONA - Venerdì 30 giugno scorso, san Basilio martire, patrono della polizia penitenziaria. Mentre nella chiesa di San Sigismondo, il vescovo Antonio Napolioni stava celebrando la messa per gli agenti di custodia, nel vicino carcere di Cà del Ferro, una mamma-pusher, 69 anni, casa a Crema, è stata bloccata con la droga nascosta nel reggiseno. Concetta l’aveva imbottito con quasi 13 grammi di cocaina e 4 di marijuana. Doveva consegnarli al figlio detenuto da qualche anno per rapine, durante il colloquio. Ma il cane-poliziotto Oscar l’ha «stanata» prima.
Arrestata e poi sottoposta al divieto di mettere piede a Cremona in attesa del processo, la mamma pusher, signora un po’ in sovrappeso, l’ha spiegata così. E cioè che cocaina e marijuana le consuma lei «per la dieta». E che, sbadatamente, la droga se l’era dimenticata nel reggiseno il giorno del colloquio con il figlio. Una tesi che non regge.
Oggi la donna si è presentata davanti al giudice con il difensore Raffaella Parisi, l’avvocato di famiglia (già assiste il figlio, la figlia, il compagno della figlia in altri procedimenti).
Il reato contestato alla 69enne è detenzione della sostanza stupefacente. Ma c’è l’aggravante «se l’offerta o la cessione è effettuata all’interno o in prossimità di scuole di ogni ordine o grado, comunità giovanili, caserme, carceri, ospedali, strutture per la cura e la riabilitazione dei tossicodipendenti».
L’aggravante fa sì che il reato sia «di attribuzione del collegio», ha fatto verbalizzare il giudice monocratico, il quale ha, quindi, rimesso gli atti al collegio (tre giudici) e rinviato il processo all’udienza del 26 settembre prossimo, quando l’avvocato Parisi chiederà il rito abbreviato.
«Fino al 26 settembre non posso andare a trovare mio figlio in carcere?» si è disperata mamma Concetta uscita dal Tribunale in lacrime.
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