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CREMONA: LA CITTA' AI GRANDI LAVORI

Il caveau della Banca d’Italia un tappeto di piante e fiori

Prosegue l’intervento di demolizione interna. In autunno il cantiere di CorteVerdi dello studio Boeri

Mariagrazia Teschi

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mteschi@laprovinciacr.it

11 Luglio 2023 - 08:20

Il caveau della Banca d’Italia  un tappeto di piante e fiori

CREMONA - Sul tetto di un grattacielo, aggrappato al muro della cucina, dentro un igloo, persino in una navicella spaziale: nel novero dei luoghi più strani dove è possibile imbattersi in un giardino si aggiunge da oggi il caveau della ex Banca d’Italia, anch’esso ormai ex, perché smantellato e raso al suolo proprio in questi giorni, per lasciare posto ai 38 box interrati e al grande giardino interno, una vera e propria corte interna aperta come da progetto dello studio dell’architetto milanese Stefano Boeri. Nel palazzo CorteVerdi, così si chiamerà il futuro complesso residenziale firmato da FinDonati di Nicola Massera, la componente vegetale, bellissima alla vista, avrà il compito di fungere da da filtro tra interno e esterno: da un lato connoterà lo spazio della corte, dall’altro sarà visibile anche dalle vie laterali (corso Vittorio Emanuele e via Boldori), con i vantaggi di carattere estetico ed ambientale che comporterà per tutta l’area.

Il render del complesso CorteVerdi e, sotto, il direttore dei lavori Aldo Gazzina

«Nelle varie fasi della demolizione — spiega il geometra Aldo Gazzina che guida lo staff tecnico — abbiamo scoperto proprio il concetto con cui è stato realizzato questo scrigno, protetto da un doppio involucro di cemento armato di quasi mezzo metro. Potente e importante l’armatura ferrosa, composta da barre metalliche di quasi quattro centimetri di diametro. Un doppio strato di muratura che rendeva il caveau davvero impenetrabile da qualunque posizione lo si volesse assaltare». Complesso e laborioso il lavoro di demolizione ma già a buon punto tanto che in settimana sarà presentata la Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) per la costruzione delle autorimesse interrate (38 box distribuiti su due piani). Successivamente, entro la fine del mese di luglio, FinDonati presenterà la vera e propria richiesta di permesso di costruire.

L’intervento progettuale prevede la rigenerazione dell’edificio storico, costruito negli anni ‘50 su progetto di Luigi Vagnetti, e poi dismesso nel 2009. Da un lato con la riqualificazione che terrà conto del valore del preesistente (interamente conservate, tra l’altro, le grandi lastre in pietra rosa), dall’altro lavorando sull’efficientamento energetico della struttura e sulla sua «riconnessione» con la vita cittadina. Un aspetto che sta molto a cuore ai progettisti e che prevede, a riguardo, una rivisitazione dell’utilizzo del porticato esterno, oggi parcheggio di bici e motorini. Entro l’autunno potrebbero già iniziare i lavori di ristrutturazione degli appartamenti al primo, secondo e terzo piano che muteranno aspetto solamente nella distribuzione interna. Tutti saranno dotati di un doppio affaccio sull’esterno e sulla corte interna e di logge e terrazze.

La vera e propria trasformazione riguarderà il quarto piano, oggetto principale dell’intervento e dell’idea dell’architetto Boeri, il valore aggiunto del progetto. Mantenendo invariata la massima altezza di colmo e intervenendo solo sull’inclinazione della copertura a falde, sarà ricavato un ulteriore piano abitabile parzialmente chiuso da vetrate. Dall’attuale sottotetto (il futuro quinto piano) il colpo d’occhio sul cuore della città è davvero impagabile: dalla corte centrale che definisce la forma a ‘c’ dell’edificio ecco il campanile di San Gerolamo e le mura dell’antico complesso conventuale dei Gesuiti, sede del liceo Manin. L’affaccio su piazza Stradivari è altrettanto emozionante, e assicura la visione di Torrazzo, duomo, torre civica e di uno ‘spicchio’ di battistero. Non manca nulla. Fortunato chi potrà accostarsi a tanta bellezza. Termine indicativo dei lavori, la fine del 2024. 

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