L'ANALISI
28 Dicembre 2022 - 05:30
L'architetto Boeri e l'ex Banca d'Italia
CREMONA - Sono iniziati i lavori di svuotamento dei locali che un tempo ospitavano l’ex Banca d’Italia, l’edificio fra via Verdi e corso Vittorio Emanuele chiuso da 13 anni e acquistato lo scorso ottobre dalla società cremonese Findonati.
Il progetto di riqualificazione affidato allo studio Stefano Boeri Architetti sarà presentato quanto prima in Comune, nel frattempo una ditta specializzata si sta occupando dello sgombero e del relativo smaltimento dell’intero arredamento, rimasto inalterato dal 13 marzo 2009, ultimo giorno di lavoro per i dipendenti della filiale cremonese dell’istituto di credito: serramenti, scrivanie, armadi, mobili, suppellettili, infissi, porte e finestre, sanitari. Saranno rimossi e smantellati anche gli impianti elettrici e idraulici e, impresa non da poco, anche il grande caveau dai muri molto spessi e dalla porta corazzata che occupa il piano seminterrato.
Lascerà posto ai box interrati annessi alle abitazioni. Anche l’ampio cortile interno da cui si accede attraverso un doppio passo carraio (da corso Vittorio Emanuele e da via Boldori) subirà la medesima sorte e sarà ripulito. Ieri sono state potate le piante, ridimensionate per fare spazio al cantiere che sarà installato nelle prossime settimane. L’edificio originale aveva la forma di una C a cui sono stati poi successivamente aggiunti l’atrio centrale e una palazzina uffici nel cortile. Questi elementi saranno sostituiti da un giardino, un polmone verde nel cuore della città che dovrebbe costituire un elemento di collegamento con l’esterno.
La ristrutturazione della «fortezza», così i cremonesi la appellano per quel suo aspetto solido e massiccio, verrà condotta nel rispetto dell’identità progettuale del palazzo e sarà volta al mantenimento dello stile e dei materiali utilizzati. Nel 2024 la probabile conclusione dei lavori.
L’edificio non è sottoposto a vincolo, resta la prescrizione di rispetto delle facciate sulle pubbliche vie che infatti non verranno intaccate dai lavori. A cambiare faccia e destinazione saranno solamente gli ambienti interni. Il progetto che lo studio Stefano Boeri Architetti sta realizzando per l’ex Banca d’Italia non sarà un bosco verticale, sulla falsariga di quello milanese, ma sarà mirato a riportare l’edificio ad una piena funzionalità in chiave residenziale, con spazi dedicati al terziario e aree comuni e particolare attenzione alla questione ambientale ed energetica, nell’ambito di una integrazione virtuosa tra architettura e natura.
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