L'ANALISI
CREMONA. IL CASO
05 Luglio 2023 - 18:17
L’avvocato Mario Tacchinardi e Vittorio Dotti in tribunale
CREMONA - Biglietto di presentazione: «Sono residente in piazza del Comune 8, e domiciliato presso chi e dove più mi aggrada e più acconcio mi pare (il che equivale a dire cosmopolita)». Tanto basta per inquadrare Vittorio Dotti, 59 anni, il «cosmopolita» che davanti al giudice voleva difendersi da solo, ma che per legge l’avvocato – Mario Tacchinardi - se l’è dovuto prendere. Dotti è accusato di aver diffamato, attraverso mail inviate a più persone tra medici e direzione generale di Ats Val Padana, ma anche su Facebook, l’ex amministratrice di sostegno della sua anziana madre (poi deceduta). E di averla minacciata. I fatti contestati vanno dal 14 al 28 dicembre del 2020.
Il primo capo di imputazione è un lungo elenco di frasi volgari, irripetibili, sessiste. L’aggettivo più ‘gentile’ è «spregevolissima». Il secondo (la minaccia) è la storia di mail che Dotti inviò alla vittima il 21 dicembre, la vigila e il giorno di Natale, minacciandola «di metterla alla berlina sulla stampa, di sottoporla a uno sputtanamento mediatico e a una pubblica infamia». Le inviò anche diverse fotografie «raffiguranti una serie di bambole spogliate, mutilate, infilzate con forchetta e attaccate al filo spinato». In una, invece, c’era un teschio. Foto con l’augurio «sempre che a te, a Dio piacendo, non venga un fortunoso colpo già prima».
Per l’occasione - il processo — Dotti si è messo la camicia e ha lasciato a casa l’inseparabile macchina fotografica, la sua passione. In aula lo show atteso è stato subito e giustamente stoppato dal giudice. Dotti ha rinunciato alla messa alla prova. Il processo si farà. La vittima si è costituita parte civile con l’avvocato Sara Ferrara di Piacenza. Il 13 dicembre si sentiranno quattro degli otto testimoni del pm.
Fino al 22 febbraio del 2019, Dotti era l’amministratore di sostegno di sua madre. Quello stesso giorno, il Tribunale gli revocò l’incarico, nominando Chiara, allora laureata in Giurisprudenza, oggi è avvocato. Secondo la parte civile, «sin da subito, la nuova amministratrice di sostegno rilevò una forte conflittualità» all’interno della famiglia Dotti «causata dai comportamenti autoritari posti in essere dal signor Vittorio Dotti nei confronti di tutte le persone coinvolte nell’assistenza e nella cura dell’anziana madre (familiari, badanti, medico curante e amministratore di sostegno) ai quali lo stesso impartiva discutibili direttive (anche sul piano medico terapeutico) pretendendone il rispetto».
A novembre-dicembre del 2020 «l’intervento dell’Usca e i tamponi naso-faringei effettuati» alla madre e ai quali «Dotti si era immotivatamente opposto, hanno scatenato la reazione del figlio», il quale «ha iniziato un sistematico inoltro di mail diffamatorie in danno dell’amministratore di sostegno e di altri soggetti».
Dal 14 al 28 dicembre, le mail ritenute diffamatorie nei confronti dell’amministratrice di sostegno le hanno ricevute il medico curante dell’anziana madre di Dotti, il medico internista, uno psicologo, la direzione generale di Ats Val Padana, la responsabile dell’Unità Screening di popolazione dell’Ats, il primario di psichiatria, le redazioni di alcuni giornali, la Privata Assistenza di Cremona e la Scuola di Fotografia nella natura.
Il 22 dicembre, sulla pagina Facebook Dotti pubblicò una delle mail offensive affinché tutti la vedessero. Sei giorni dopo, pubblicò 3 commenti a un link riguardante il Covid, «contenenti le ennesime frasi offensive della reputazione dell’amministratrice di sostegno». Infine, le fotografie delle bambole e del teschio «che hanno parecchio turbato e spaventato» la vittima.
Di lavoro «corteggiatore sistemico», «fotografo analogico» e «per 20 anni responsabile del centro Agorà di Castelverde», si difenderà Dotti, maturità presa al liceo classico Daniele Manin «con 60/60; avevo 10 in italiano con la professoressa Patria, non so se mi spiego», arrivato in Tribunale con in mano ‘Max e Flora’ di Isaac Bashevis Singer, lo scrittore e traduttore polacco naturalizzato statunitense, «il mio autore preferito». Intanto, su Facebook ha chiuso il profilo «dopo questi fatti, ovviamente».
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