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CREMONA: IL CASO

Bolletta ‘pazza’: al Comune 20mila euro

Rimborso di Padania Acque: il municipio aveva pagato più di quanto consumato. L’ad Lanfranchi: «Il problema è la mancata auto lettura, presto i contatori automatici»

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

30 Giugno 2023 - 05:25

Il caso bolletta ‘pazza’: al Comune 20mila euro

CREMONA - Bollette pazze: questa volta è toccato al Comune. Padania Acque ha rimborsato infatti 19.348,46 euro al municipio. Nei mesi scorsi, l’ente locale aveva infatti pagato più acqua di quella realmente consumata. Colpa — a quanto pare — della mancata lettura dei contatori. Un caso in realtà non isolato. Non di rado simili rimborsi vengono disposti dalla società che ha in appalto il servizio idrico integrato a livello provinciale. Sia in favore di enti pubblici, sia in favore di aziende e semplici cittadini.


«Il problema — chiarisce l’amministratore delegato di Padania Alessandro Lanfranchi — è la mancata auto lettura dei contatori, con la conseguente comunicazione tempestiva dei consumi effettivi: succede più volte. Evidentemente per enti pubblici di una certa dimensione, le cifre da restituire possono diventare importanti». Per cercare di migliorare la situazione Padania ha in programma importanti investimenti tecnologici.

«Puntiamo sui contatori elettronici, che fanno tutto in autonomia, per evitare che sia necessaria l’auto lettura dei consumi. In questo modo le bollette saranno sempre precise al centesimo. Ci vorrà qualche anno per installare questi sistemi in tutto il territorio. Ci siamo già mossi in alcuni grandi enti, come ad esempio gli ospedali. Progressivamente riusciremo a diffondere le nuove tecnologie». Oggi, in mancanza della comunicazione da parte dell’ente, dell’azienda o del privato cittadino, il sistema si basa su consumi presunti, calcolati su medie statistiche: è l’unico modo per permettere a Padania di emettere la bolletta. Periodicamente subentrano i conguagli.

Nei casi come quello del Comune di Cremona, Padania rimborsa il denaro versato in più. Con i contatori elettronici questi aggiustamenti spariranno. «Ci sono edifici pubblici – prosegue Lanfranchi – che hanno grandi differenze di consumi d’acqua a seconda delle stagioni. L’esempio classico sono le scuole. Durante i nove mesi delle lezioni hanno un determinato fabbisogno che nel periodo estivo arriva quasi ad azzerarsi. Per questo avere nuovi sistemi di registrazione e comunicazione automatica è sempre più importante per garantire la miglior gestione possibile del servizio». 

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