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Pergamene rubate a Sant'Agata, condannati padre e figli

I tre sono stati riconosciuti colpevoli di ricettazione: decisiva la confessione del ladro. I preziosi e antichi documenti risalgono ad un periodo compreso tra l’XI e il XVI secolo

Giacomo Guglielmone

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gguglielmone@laprovinciacr.it

14 Giugno 2023 - 19:49

Pergamene rubate a Sant'Agata, condannati padre e figli

Due dei carteggi tra parrocchia di S. Agata (a destra) e Papato recuperati

CREMONA - A Sant’Agata nel 2015 è stato rubato un tesoro: 513 pergamene, tutti pezzi unici, alcuni risalenti all’anno mille (bolle papali incluse), che valgono non meno di due milioni di euro. Oltre la metà di quelle pergamene (277) sono state recuperate. Di pari passo, sono state denunciate sette persone, alcune residenti a Cremona, le altre nelle province di Mantova e Bergamo.

Adesso è arrivata la condanna definitiva da parte dei giudici della corte di Cassazione nei confronti di tre persone (padre e due figli), che vivono tra Carpenedolo e Castel Goffredo, per ricettazione di 14 di quelle pergamene antiche provenienti dall’archivio prepositurale della chiesa di Sant’Agata a Cremona.


I preziosi e antichi documenti risalgono ad un periodo compreso tra l’XI e il XVI secolo. E i giudici di Cassazione nel dispositivo della sentenza scrivono che alcune pergamene trovate in possesso del cittadino carpenedolese e dei figli «erano munite di segnature archivistiche di riconoscimento, ed alcune perfino con sigilli papali originali. Erano beni che riportavano tutti sul retro una sintesi che dimostrava chiaramente la loro provenienza da un archivio, inoltre erano ritenuti di valore inestimabile».

Durante le indagini, i carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Monza, guidato dal Maggiore Claudio Sanzò, hanno appurato che le pergamene erano state acquistate, in questo caso dal padre e dai due figli, direttamente dall’autore del furto nella chiesa cremonese. E ancora dalla sentenza di Cassazione emerge tra l’altro che per la condanna del 75enne di Carpenedolo e dei suoi figli sono state decisive le dichiarazioni dell’autore del colpo commesso, il quale ha ammesso di averle vendute proprio all’anziano collezionista della Bassa bresciana. Nessun dubbio anche sull’autenticità dei beni culturali trovati alla famiglia di Carpenedolo. Le pergamene erano proprio quelle sottratte alla chiesa di Sant’Agata, in quanto riconosciute dal parroco e dall’archivista diocesano.

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