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RIVAROLO MANTOVANO

Il ritorno di fratel Enzo Bianchi, giovedì sera intervento al centro parrocchiale

Il biblista e fondatore della comunità monastica di Bose, 80 anni, torna in paese rinnovando un appuntamento più che ventennale

La Provincia Redazione

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04 Giugno 2023 - 09:26

Il ritorno di fratel Enzo Bianchi, giovedì sera intervento al centro parrocchiale

Fratel Enzo Bianchi

RIVAROLO MANTOVANO - Enzo Bianchi, biblista e fondatore della comunità monastica di Bose, 80 anni, torna a Rivarolo Mantovano rinnovando un appuntamento più che ventennale. Interverrà giovedì alle 21 all’oratorio sul tema ‘La Chiesa in uscita’, partendo dalla parabola del Figliol prodigo. Del ritorno di fratel Bianchi, dopo le vicissitudini che hanno visto la sua sostituzione alla guida della comunità di Bose, e dopo l’interruzione dovuta alla pandemia, abbiamo parlato con don Luigi Carrai, parroco di Rivarolo dal 1986 al 2017, e attualmente collaboratore dell’Unità pastorale 'Santa Maria della Pace' (Castelponzone-Motta Baluffi-Scandolara Ravara-Solarolo Monasterolo). «Veniva qui dal 2002, aveva sospeso nel 2017 ma ha ripreso nel 2021. Lo abbiamo accolto in piazza a Castelponzone ma quest’anno riprendiamo a Rivarolo, dove la parrocchia (oggi retta da don Ernesto Marciò, ndr) ha un salone che può contenere 500 persone».

Dopo essersi dimesso da priore di Bose, Bianchi è stato allontanato dalla comunità da lui fondata a seguito di una visita apostolica disposta dalla Santa Sede. «Sì – conferma don Luigi – è stato processato ma anche assolto da tutti i sospetti. Fratel Enzo sapeva e voleva essere molto libero, sempre secondo lo spirito del Vangelo. E aveva costituito la sua comunità nel 1965 solo con l’autorizzazione del suo vescovo diocesano». Una comunità di respiro ecumenico nella quale erano spesso ospiti patriarchi e vescovi ortodossi, compreso il discusso Kirill (patriarca di Mosca) o pastori protestanti e anglicani. «È stato animato da grande apertura nei confronti del mondo ortodosso e protestante, e il tramite del dono di una reliquia di Sant’Andrea a Mosca, scelte che gli hanno attirato qualche critica. Ma è stato anche molto ascoltato dagli ultimi Papi e coinvolto in diversi Sinodi. Papa Francesco poi – come si può leggere sul blog del monaco – in una recente lettera è arrivato a definirsi suo figlio spirituale. Il tema dell’incontro di giovedì, ‘Chiesa in uscita’, è un’espressione coniata dal Santo Padre per far capire che la Chiesa non può accontentarsi di aspettare i lontani, deve andare per prima verso di loro. Fratel Enzo è una persona molto intelligente e sensibile, e di fronte all’indagine che lo ha coinvolto, si è chiuso nel silenzio senza arrabbiarsi con nessuno».

Quando lo ha conosciuto? «Negli anni ‘90, leggendo i suoi libri. Mi sono recato più volte a Bose e dal 2002 l’ho invitato a venire a Rivarolo». Come vive ora? «Vive da monaco e accoglie chiunque voglia unirsi alla piccola comunità o semplicemente parlare con lui. Scrive e pubblica. Da ultimo ha curato per Einaudi, coinvolgendo i biblisti più famosi, la traduzione della Bibbia dai testi originali. Nella vita da monaco trovano posto anche il lavoro e la coltivazione degli ortaggi; è un esperto di cucina e considera segno di amicizia e di fraternità il poter condividere la mensa. Apprezza molto il melone e il prosciutto delle nostre zone. Glieli faremo trovare». 

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