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Cottarelli: «Cremona? Eletto dai milanesi, l'addio sia rapido»

L’economista: «La settimana prossima il voto sulle mie dimissioni. Scricchiolii nel sistema bancario. E l’inflazione resterà alta nel 2024»

Massimo Schettino

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mschettino@laprovinciacr.it

29 Maggio 2023 - 05:25

Cottarelli

CREMONA - Gli scricchiolii del sistema bancario negli ultimi mesi e il rischio alle porte di una nuova crisi finanziaria come quella del 2008; l’inflazione, «una patrimoniale dell’11%» di cui nessuno si lamenta e che «non tornerà certo al 2% per quest’anno, forse alla fine prossimo anno»; il futuro che «non è più quello di una volta»; il pessimismo sulla riduzione del riscaldamento globale, perché «siccome l’atmosfera non ha frontiere, chi non fa nulla per fermarlo guadagna dagli sforzi degli altri»; infine le difficoltà del Pnrr con il quale «non si riuscirà a fare tutto quello che è stato messo in lista», ma sul quale «è giusto andare avanti».

Questi e altri sono i temi toccati nella lezione che il senatore Carlo Cottarelli ha tenuto venerdì sera al Relais Convento di Persichello davanti ai soci del Lions Club Torrazzo, guidato da Francesco Pietrogrande, riuniti per festeggiare i cinque anni di vita del sodalizio. A margine c’è stato spazio anche per qualche domanda sul suo futuro, dopo l’annuncio delle dimissioni dall’incarico di senatore di quel Pd guidato da Elly Schlein, dove — aveva spiegato — «mi è impossibile rimanere». Cottarelli non è «assolutamente» pentito, ma spiega di non avere ancora lasciato il seggio di Palazzo Madama: «Le mie dimissioni devono essere votate, forse la prossima settimana. Si tratta del primo voto e quasi sempre il primo esito è negativo».

Ma Cottarelli vuole stringere i tempi per realizzare la proposta dell’Università Cattolica di Milano di dirigere un progetto per l’educazione delle Scienze sociali ed economiche che prevede oltre duecento incontri nelle scuole superiori italiane per parlare ai ragazzi di scienze economiche, di finanza, di economia sociale, ma anche di diritto e di comunicazione: «Chiederò che mi votino subito perché ci vuole tempo per fare quel che voglio fare, cioè organizzare questo programma di educazione per le scuole superiori che consiste nella visita di una squadra, che devo approntare, composta da 25/30 personaggi a livello altissimo. Fare questa cosa e contattare le scuole entro la fine di giugno non lascia molto tempo».

Il suo addio al Parlamento priverà Cremona di una rappresentanza importante: «A dire la verità — è la sottolineatura — io non sono stato eletto a Cremona. Cremona è rappresentata al Senato da Daniela Santanché. Io sono stato eletto nel plurinominale a Milano, Poi io sono cremonese, naturalmente, però ho casomai una responsabilità verso i milanesi». Quanto al futuro, Cottarelli esclude seccamente la possibilità di qualche incarico europeo: «No, non credo proprio. Non è questa la mia intenzione al momento. Adesso c’è questo programma che è molto bello. Sto cercando persone che siano a livello di ministro. Portare nelle scuole personaggi di questo genere o imprenditori di altissimo livello credo che sia molto importante per ispirare i giovani verso le economia e lo studio del diritto e la comunicazione relativa a queste aree. Nella squadra ho anche giornalisti di fama nazionale».

Quali? «No, i nomi per ora non li faccio». Il progetto prevede anche incontri serali con centri culturali e anziani. Quando si parla di giovani e di futuro non si può non parlare di Europa: ma cosa non sta funzionando nel processo di integrazione, quale intoppo? «Paradossalmente il rischio più grosso è che questa solidarietà maggiore a livello europeo scontenti qualcuno. Da quando c’è la solidarietà europea in termini Pnrr e maggiore flessibilità sulle regole (che stanno tornando, ma saranno molto più morbide), i Paesi del Sud Europa stanno andando molto bene, quelli del Nord Europa non stanno andando molto bene. Quindi c’è il rischio che questa maggiore solidarietà sia vista dai Paesi nordeuropei come qualcosa che li danneggia e favorisce solo il Sud dell’Unione. Italia, Spagna e Portogallo sono i Paesi che stanno crescendi più. All’ultimo posto c’è la Germania: quanto può durare questa situazione?»


Dopo l’intervista, Cottarelli ha preso posto sul podio per il suo intervento centrato sui sette grandi sogni economici che hanno tradito le aspettative. L’economista ne parla nel suo ultimo libro «Chimere», edito da Feltrinelli. Si tratta del del sogno libertario delle criptovalute, quello tecnocratico dell’indipendenza delle banche centrali, la finanziarizzazione del sistema economico, l’abolizione della fatica attraverso la tecnologia, la globalizzazione e un mondo senza barriere, l’illusione della crescita infinita e l’idea che, tagliando le tasse ai ricchi, tutti staranno meglio, come con la flat tax. E a proposito della liberalizzazione finanziaria dopo gli anni Ottanta, Cottarelli ha spiegato: «Abbiamo visto qualche scricchiolio del sistema bancario negli ultimi mesi. Il caso più grosso è stato Credit Suisse, speriamo che questo non sia una nuova tendenza. E se mi si chiede se ci sarà sarà una nuova crisi finanziaria tipo quella del 2008 del 2009 e se se posso dare soltanto una risposta, si o no, la mia risposta è no. Però la probabilità di avere una crisi come quella del 2008 2009 è più alta di quella che, secondo me, dovremmo tollerare».


Cottarelli, fra le altre cose, ha poi spiegato il motivo per cui la tecnologia invece di liberarci dalla fatica ha prodotto uno scenario in cui si lavora di più e si produce di meno: «Dal 1920 al 1970 la produttività americana è aumentata del 2% ogni anno. Adesso siamo allo zero 4%». Perché è successo questo? Perché il progresso tecnologico negli ultimi due decenni è stato incomparabilmente inferiore di quello che è avvenuto un secolo, un secolo e mezzo fa, quando le invenzioni rivoluzionavano la vita delle persone. Insomma non c’è più il futuro di una volta.

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