L'ANALISI
23 Maggio 2023 - 18:53
CREMONA - Quattordici anni di maltrattamenti, il divorzio, la riconciliazione, la separazione definitiva. Storia chiusa. «Oggi lui fa la sua vita, io la mia. Siamo abbastanza tranquilli. Forse ha capito». Giuliana è mamma di tre figlie di 19, 14 e 12 anni. Come lei, anche la più grande avrebbe subito maltrattamenti dal papà quando di anni ne aveva 17.
Tipo violento, l’uomo con il vizio dell’alcol. Albanese di nascita, 44 anni, si sarebbe comportato da padre-padrone, stando alle storie riversate dall’ex moglie e dalla primogenita nei verbali del processo. Le carte raccontano una escalation di violenze fisiche e psicologiche, «abituali e sistematiche» anche davanti alle figlie più piccole. Un marito brutale, per l’accusa. Così violento da sferrare calci e far saltare i punti di sutura sull’addome della moglie rincasata dall’ospedale dopo un intervento. Così violento da lesionarle il menisco durante un litigio.
Quattordici anni di matrimonio attraversati da discussioni, umiliazioni, minacce e botte. Le umiliazioni: «Tu non vali nulla, a comandare sono io, devi stare zitta e davanti a me devi abbassare la testa, qui si fa come dico io e basta». Le minacce di morte: «Vedrai cosa vi combino io, se provi a denunciarmi, ti ammazzo». Le botte. «Mi prendeva a sberle, mi dava pugni e strattoni, mi ha preso per il collo e per i capelli, mi ha sputato in faccia. Una sera, mi ha dato diversi pugni sulla testa e sulla pancia, facendomi quasi svenire», ha raccontato l’ex moglie.
Un padre violento con la figlia maggiore. Il 18 luglio del 2021, «papà era ubriaco, mi ha fatto scendere dall’auto, mi ha preso per il braccio sinistro, me lo ha stretto forte, mi ha trascinato in mezzo ad una piazzola, mi ha preso per il collo, spingendomi contro la macchina e urlandomi: ‘Voi donne siete tutte uguali’. Risalita in macchina, mi ha colpito ripetutamente il braccio con dei pugni». Un uomo irascibile, complice l’alcol, l’imputato. Tutto quello che gli capitava sotto mano, lui lo lanciava. «Lanciava spesso utensili e suppellettili», ma ha anche tirato pugni a pareti e porte di casa con una tale forza, dice l’accusa, da lasciare «vistosi segni e buchi» tappati con le fotografie delle bimbe più piccole.
Una volta, il padre avrebbe lanciato una pentola contro il muro in direzione di una delle figlie. Era fuori di sé, urlava. Fortunatamente, non centrò il bersaglio. Ma che cosa combinò la ragazzina da ‘meritarsi’ tanta violenza? Aveva pulito male la pentola, lasciando una macchia. Le minacce. «Stai attenta che tra pochi anni comincio anche con te». Violenze fisiche e psicologiche che, per l’accusa, «avrebbero indotto nella moglie e nelle loro tre figlie uno stato di prostrazione psicologico, di sofferenza morale e di terrore incompatibili con normali condizioni di vita», è scritto nel capo di imputazione.
L’uomo deve anche difendersi dall’accusa di lesioni alla mogli per averle rotto il menisco «dopo averla strattonata con violenza tale da farle ruotare entrambe le ginocchia, imponendo così un ricovero presso l’ospedale di Cremona con successivo intervento chirurgico». Il padre-padrone è stato allontanato dalla casa familiare con il divieto di avvicinarsi all’ex moglie e alle figlie. Assistito dall’avvocato Raffaella Buondonno, si difenderà all’udienza del 3 ottobre prossimo.
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