L'ANALISI
19 Maggio 2023 - 05:15
Torre Isso e una delle sue stanze interne
CASTELLEONE - Da sogno a realtà: dopo anni di travaglio, il progetto di restauro della Torre Isso, il secondo torrazzo più alto del territorio dopo quello del duomo di Cremona, è pronto a concretizzarsi. Gli schemi dei lavori, elaborati da Tiziano Zanisi e Flavio Cassarino, gli architetti che già si erano occupati del consolidamento della facciata, sono stati approvati dal Comune e inviati alla Soprintendenza, cui spetta l’ultima parola prima di cantieri e ponteggi.
Il vicesindaco Federico Marchesi assicura: «Con questo passaggio si conclude l’impegnativo iter burocratico, che ha portato all’approvazione in giunta del progetto di fattibilità. Se incasseremo, come confidiano, l’ok della Soprintendenza, non resterà che approvare quello esecutivo e procedere con i lavori. L’obiettivo — spiega l’assessore ai Lavori pubblici — è di cominciare già nella primavera del 2024».
E il gigante medievale da 47 metri avrà nuova vita, come museo verticale. Questo il senso della riqualificazione per un monumento simbolo dei castelleonesi e non solo. La cifra messa a disposizione per la prima tranche è di 350mila euro e servirà per riaprire la torre. Dopo questo primo e importante passaggio, l’amministrazione conta di procedere a step per arricchire gli interni fino a realizzare il museo vero e proprio. Il costo totale, diviso su più anni, si aggirerebbe quindi attorno al milione di euro.
Edificata prima del 1186, anche se la data esatta resta incerta, l’ imponente torre che oggi costituisce la più vistosa e significativa presenza fortificata di Castelleone sarebbe, secondo la maggior parte dei cronisti e degli studiosi di antichità, l’ultima testimonianza di un castello fatto costruire dai cremonesi in epoca medioevale. È probabile che fosse collegata alle mura del borgo, delle quali si conservano pochi resti incorporati in altri edifici, ma che hanno lasciato il loro ricordo nel tracciato delle strade di tutto il centro.
La gloriosa storia militare della torre si è conclusa però nel XX Secolo. In epoca moderna, infatti, ha subito la stessa sorte del Torrione dei Cani di Soncino, un’altra fortificazione antica. Entrambe si sono trasformate in involucri per serbatoi, dell’acqua la prima, mentre del gas la seconda. Proprio la presenza del grande serbatoio dell’acquedotto all’interno della torre che, peraltro, è assolutamente impossibile da rimuovere rispettando i moderni parametri di conservazione applicati ai monumenti di pregio, rende particolarmente costosa e complessa l’opera di restauro.
Di fatto, il museo, dovrà girarci attorno. Non una semplice grande opera ma una vera e propria ‘causa del cuore’ per la gente della città: per sostenere, anche economicamente e con cifre non irrilevanti, il progetto si sono schierati, fra gli altri, la Pro loco e Castelleone Antiquaria. Tramite Art Bonus, le donazioni alla cultura, si sono fatti vanti anche diversi privati.
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