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PADERNO PONCHIELLI

Gaia Randazzo, l'avvocato della famiglia: «Indagini scandalose, il caso va riaperto»

Il legale Spampinato: «La Procura di Palermo lo ha chiuso molto frettolosamente e in maniera presuntiva. Mancano accertamenti secondo noi rilevanti e vogliamo sollecitarla affinché li faccia».

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

12 Maggio 2023 - 16:33

Gaia Randazzo, l'avvocato della famiglia: «Indagini scandalose, il caso va riaperto»

Gaia Randazzo e il traghetto dal quale è scomparsa la 20enne di Paderno Ponchielli

PADERNO PONCHIELLI - L’11 maggio sono stati sei mesi. Sei mesi dalla scomparsa di Gaia Randazzo, 20 anni, un diploma da estetista, casa ad Acqualunga Badona, frazione di Paderno Ponchielli, sparita dal traghetto salpato la sera dell’11 novembre da Genova per Palermo con 300 passeggeri a bordo.

Gaia e il fratello stavano andando a trovare la nonna. Un suicidio secondo la Procura, che dal gip ha ottenuto l’archiviazione del fascicolo inizialmente aperto contro ignoti per istigazione al suicidio.

Gaia aveva scritto alcuni sms, mai inviati, al fidanzato che aveva lasciato. «Addio, ti amo». Caso chiuso? Mamma Angela e papa rocco provano a farlo riaprire, perché «molte cose non ci convincono». Perché «la Procura di Palermo lo ha chiuso molto frettolosamente e in maniera presuntiva. Mancano accertamenti secondo noi rilevanti e vogliamo sollecitarla affinché li faccia. Non siamo qui a fare i fenomeni. Da sei mesi i genitori si chiedono: ‘Dov’è Gaia?’. Il nostro obiettivo è di dare alla madre e al padre una risposta. Hanno diritto ad averla. Per quanto possa essere sconcertante, almeno una risposta c’è. E se una risposta c’è, la madre se ne farà una ragione. Hanno diritto ad avere una risposta che dia un senso a questo loro vuoto. E non ci fermeremo» .

Vito Alberto Spampinato è il legale che assiste la famiglia Randazzo. Una settimana fa è sceso a Palermo. «Abbiamo esaminato il fascicolo e sono emersi plurimi aspetti di dubbio sulla vicenda. Dalla visione del fascicolo penale è scandalosamente insufficiente l’accertamento che l’autorità giudiziaria ha condotto fino ad oggi. E se Gaia fosse stata rapita? E se fosse stata vittima di una azione violenta finita male o di un incidente? Oppure può essere stata la stessa Gaia che magari ha deciso di andarsene via e di far perdere le proprie tracce. Noi vogliamo che siano percorse tutte le strade come è stato fatto in altri casi».

Spampinato fa l’esempio del caso di Yara Gambirasio, la ragazzina di 13 anni scomparsa da Brembate (Bergamo) la sera del 26 novembre 2010, secondo tre gradi di giudizio uccisa da Massimo Bossetti, il muratore di Clusone condannato all’ergastolo. «Sono stati fatti controlli accuratissimi. Ricordo che fu fatto il Dna a quasi tutta Bergamo (22mila test, ndr) – prosegue il legale - . Qui non abbiamo nemmeno l’elenco dei passeggeri della nave, perché il sostituto procuratore, evidentemente, non ha ritenuto opportuno che venisse acquisito. Tu i passeggeri li senti e se ci può essere uno sospetto, approfondisci».

Agli atti dell’inchiesta chiusa a Palermoc’è il video girato da un passeggero sulle perquisizioni effettuate su auto e Tir in uscita dalla nave. «Io l’ho visto quel video. Veniva alzato il tendone del Tir, si guardava da una fessura. Io ipotizzo che se una persona viene rapita, viene ammutolita, legata, imbavagliata, narcotizzata, tramortita. Ma se dentro un container alzo una tendina al buio, è un po’ arduo accorgersi che cosa ci possa essere lì dentro. Questi controlli sono risibili».

Nel selfie che si era fatta sul ponte, Gaia aveva una espressione molto triste. «Non mi scandalizza l’espressione triste di una ragazzina di quell’età, perché moltissime ragazzine di quell’età soffrono di alti e bassi di umore – dice l’avvocato -. Dal lasciarsi con il moroso al suicidarsi ce ne passa. Alla madre, Gaia non ha mai denotato un intento così ampiamente depressivo che porti al suicidio. Non ci sono elementi, ma nemmeno minimi, anche dai comportamenti di Gaia, per sostenere che si sia suicidata. Lei e il fratello salgono sulla nave a Genova per andare dalla nonna. Ridono, scherzano, fanno i video, TikTok, lei guarda gli abiti e poi si suicida? Nel fascicolo oltre a non esserci l’elenco dei passeggeri, non c’è nemmeno un fascicolo fotografico del luogo in cui è avvenuto il fatto. Noi non sappiamo come sia fatta quel pezzo di nave».

Attraverso il legale, la madre lancia un accorato appello: «Chi sa qualcosa, lo faccia sapere. Collabori anche in forma anonima per aiutare a capire quali siano stati i movimenti di Gaia sulla nave quella fatidica notte, perché ci sono mille motivi per dubitare che si è trattato di un suicidio. Non ci fermeremo fino a quando non avremo una risposta sensata e plausibile su dove sia finita Gaia». 

Il prossimo passo, presentare una istanza alla Procura perché riapra il caso.

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