L'ANALISI
12 Maggio 2023 - 05:20
CREMONA - Dopo essere stato premiato in vari festival internazionali dell’architettura, il progetto delle ‘Torri acchiappasmog’ da realizzare nell’area Tamoil è stato approfondito in una tesi di laurea. Che all’autore – Camilo Albeiro Rodriguez Espinosa, che vive a Berlino e ha frequentato il corso in Sustainable architecture del Politecnico di Milano – è fruttata un 110 e lode. Sotto la supervisione del professor Alessandro Bianchi, lo studente ha parlato anche di speciali alghe con le quali rivestire gli edifici.
«La tesi analizza il contesto della città di Cremona utilizzando un approccio multiscala – premette il giovane architetto –. Il Torrazzo è un punto di riferimento e contribuisce a dare a Cremona unicità e identità, sfidate dalle ciminiere delle industrie». Da qui l’idea delle Carbon capture tower, ovvero torri che richiamando proprio il Torrazzo rappresenterebbero un punto di visione unico e una parziale soluzione all’inquinamento.
«Elementi naturali come piante, alberi e acqua assorbono l’inquinamento in modo diverso; processi biochimici come la fotosintesi trasformano la Co2 in nutrienti per le piante rilasciando ossigeno nell’atmosfera – si legge fra le 152 pagine scritte in inglese –. Partendo da questo processo diverse nuove tecnologie possono permettere di accelerare l’assorbimento dell’anidride carbonica. Prendendo proprio Cremona come scenario, abbiamo pensato a torri verdi, esaltando allo stesso tempo il paesaggio verticale della città».
Lo studente descrive quindi un parco da ricavare proprio nell’area ex Tamoil, piantando alberi ma soprattutto trasformando i caratteristici cilindri in torri rivestite con materiali naturali innovativi. Come un’alga in grado di catturare la stessa quantità di ossigeno di 368 alberi. «Negli ultimi anni c’è stato un crescente interesse per l’uso di microalghe e fotobioreattori per aiutare a pulire l’aria – dimostra Rodriguez Espinoza –. Degno di nota l’edificio Biq in Germania, progettato per generare energia. Un altro esempio è l’Urban Algae Folly a Londra, che esplora il potenziale delle microalghe come strumento di biorisanamento. Queste sostanze mitigano le emissioni e gli effetti del cambiamento climatico, producendo energia da biomassa».
Lo studio si conclude con un capitolo intitolato ‘Utopia’, ma viene subito chiarito che il progetto delle Carbon capture towers non è irrealizzabile: «Ha il potenziale – scrive lo studente nella sua tesi da 110 e lode – per diventare di riferimento non solo a Cremona, ma un modello esemplare per il futuro del pianeta».
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