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Torri acchiappasmog Tamoil hanno vinto il Global future awards

Il progetto cremonese, denominato Carbon capture towers, ha trionfato nella categoria Future architecture concept

Elisa Calamari

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04 Marzo 2023 - 14:51

Torri acchiappasmog Tamoil hanno vinto il Global future awards

CREMONA - Le avveniristiche torri in grado di catturare anidride carbonica, pensate per la riqualificazione dell’area Tamoil, hanno ottenuto un altro prestigioso riconoscimento internazionale: il progetto dei ragazzi del Politecnico di Milano sede di Piacenza, seguiti dal professor Alessandro Bianchi, ha vinto infatti il «Global Future Design Awards 2023». Si tratta di un premio messo in palio da Apr, magazine leader fra la stampa di architettura a livello globale. Hanno partecipato architetti, studenti, ingegneri, designer e artisti di tutto il mondo e lo scopo del riconoscimento è valorizzare le idee eccezionali che ridefiniscono il design dell’architettura attraverso l’implementazione di nuove tecnologie, materiali, programmi, estetica e organizzazioni spaziali, insieme a studi sulla globalizzazione, flessibilità, adattabilità e rivoluzione digitale.

La cerimonia di consegna, ancora da definire per quanto riguarda luogo e data come precisa il professor Bianchi, è inoltre un forum che approfondisce il rapporto tra l’architettura e il mondo naturale, l’architettura e la comunità, gli architetti e la città. «I Global Future Design Awards 2023 offrono un’esposizione senza precedenti ai nostri finalisti e vincitori - viene precisato -. I nostri rinomati giudici nominano tre finalisti per ciascuna categoria di premi». Il progetto cremonese, denominato Carbon capture towers, ha trionfato nella categoria Future architecture concept. Come si legge sulla pagina web di annuncio, l’idea dei ragazzi partecipanti al laboratorio di Land representation è stata selezionata «poiché i livelli di anidride carbonica nell’atmosfera stanno continuando ad aumentare e i Paesi di tutto il mondo si stanno impegnando in vari obiettivi per ridurre le emissioni di gas serra».

A Cremona il design team è stato composto da Ana Rebeca Sorto, Camilo Rodriguez Espinosa, Ishita Agrawal, Kathryb Mathews, Mabe Aguirre, Paola Soundy, Prachi Rawat. Con il coordinamento del professor Bianchi hanno ideato e progettato soluzioni per riparare ai danni dell’uomo proprio in termini di inquinamento di suolo, acqua, aria. Ecco allora che l’ex raffineria Tamoil è stata immaginata come una sorta di parco con alberi e fiori, a fare da cornice ad un percorso ciclopedonale interno poi collegato all’area del fiume Po. Alcuni dei caratteristici serbatoi cilindrici, invece, sono appunto stati trasformati in alte torri in grado di catturare le sostanze inquinanti.

Torri acchiappasmog, dunque, ma che allo stesso tempo potrebbero diventare punti di osservazione privilegiati dai quali ammirare le bellezze della città. «Attraverso cubi filtranti – si legge sul progetto – viene assorbito particolato, biossido di azoto e ozono a livello del suono. Hanno solo bisogno di elettricità per funzionare. E inoltre, per assorbire anidride carbonica, proponiamo vegetazione che diventi seconda pelle attorno alla torre». Quello conferito da Apr non è il primo importante premio vinto dai giovani del Politecnico: le Carbon Capture towers erano state selezionate anche per il Festival internazionale dell’architettura Superscape. E sono state pensate anche per altre città. Ma naturalmente, se dovessero essere realmente brevettate e costruite, ci sarebbero pochi dubbi: Cremona farebbe da apripista.

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