L'ANALISI
08 Maggio 2023 - 05:20
Yongbeom Kim, 38 anni, ingegnere astrofico al banco di apprendista liutaio nei laboratori dello Stradivari
CREMONA - È un ingegnere astrofisico, lavorava all’osservatorio di Seoul in Corea, la sua passione sono le onde gravitazionali ed elettromagnetiche, «in fondo sono la musica che ci arriva dalle stelle e dalle galassie nell’immensità dell’universo», afferma Yongbeom Kim, 38 anni al banco di apprendista liutaio nei laboratori dell’istituto Stradivari. Folgorato dall’arte di Amati e Guarneri del Gesù, Kim ha lasciato tutto e ha scelto di venire a Cremona per imparare a fare violini. «Io suono il violino da quando ero piccolo, mia zia ha un’accademia musicale da trent’anni — racconta —. Ho sempre avuto la passione per la musica, ma anche per le stelle e i misteri dell’universo, per questo alla fine ho scelto di laurearmi in ingegneria astrofisica».
Tutto fila via liscio e il percorso di Kim sembra così segnato: l’astronomia e la fisica hanno la meglio su tutto e soprattutto sulla musica che rimane una passione, lasciata al tempo libero. Ma come accade per le passioni vere l’arte del pentagramma non ci sta ad essere messa all’angolo e prosegue l’ingegnere aspirante liutaio: «all’osservatorio in cui lavoravo ho trovato colleghi animati dal mio stesso amore per la musica e così ho dato vita ad un ensemble musicale che è arrivato a contare 130 componenti. Fra questi c’era un imprenditore liutaio cono cui ho stretto amicizia e che aveva studiato a Cremona — racconta —. È stato una sorta di colpo di fulmine: ho cominciato ad appassionarmi alla liuteria in Corea. Mi ha affascinato il fatto che dal legno possa nascere la musica, che dal violino si diffondano le onde acustiche nell’aria. Ad un certo punto ho deciso che dovevo venire a Cremona e studiare nella culla dei violini l’arte di costruire gli strumenti ad arco e sono partito».
Yongbeom Kim è arrivato a Cremona nel 2019 e racconta: «mi sono trovato a fare scuola in piana pandemia, non è stato facile, sopratutto perché qui non conoscevo nessuno, anche se la comunità di coreani è numerosa e ci siamo aiutati. Ora mi aspetta la maturità. La mia preoccupazione è il tema di italiano. Dopo di che penso che mi fermerò ancora qui per fare pratica, cercherò un liutaio che mi voglia come apprendista. Poi si vedrà».
Nessuna nostalgia per le stelle e le onde gravitazionali: «fare liuteria mi ha cambiato la vita, il mio mondo è diventato più bello e più grande, vorrei che la professione di liutaio potesse veramente diventare una professione — dice trasognante —. Poi non escludo che ciò che ho imparato dall’astrofisica possa aiutarmi a leggere i meccanismi acustici che caratterizzano la voce del violino. Gli strumenti ad arco trovano la loro voce attraverso il diffondersi delle onde acustiche nell’aria, le stelle fanno sentire la loro voce attraverso le onde gravitazionali. È questo un aspetto che mi affascina molto e chissà che poi non torni utile». E mentre parla si palleggia fra le mani una tavola di violino di cui sta controllando lo spessore con una precisione — questa sì — da ingegnere, ma un ingegnere folgorato del saper fare liutario.
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