L'ANALISI
23 Aprile 2023 - 10:01
L’appezzamento verde dove verrà innalzato il traliccio per telecomunicazioni a Gussola
GUSSOLA - «Con molta tristezza» il sindaco Stefano Belli Franzini ha deciso di «avvertire la cittadinanza in merito allo sviluppo di nuove infrastrutture telefoniche sul nostro territorio comunale. A Gussola, Iliad, nota compagnia telefonica, sta per realizzare un nuovo ripetitore, cioè una torre, un traliccio, dell’altezza di 35 metri all’interno di un’area privata all’incrocio tra via Garibaldi, via Dossi e via Toselli».
Un intervento sgradito, come ha evidenziato il primo cittadino anche in consiglio comunale. «Da amministratore e come amministrazione ci siamo sempre impegnati e continueremo a farlo per cercare di migliorare il nostro centro abitato, in senso estetico, in fruibilità, in servizi questo per renderlo più attrattivo, più verde, più moderno e migliore – spiega il sindaco —. Come amministrazione ci siamo sempre assunti le responsabilità e abbiamo fatto scelte di contrapposizione anche dure nell’interesse pubblico, come ad esempio facendo rispettare il contratto a una multinazionale telefonica resistendo fin alla vittoria al Consiglio di Stato. Purtroppo a volte ti devi scontrare, come in questo caso, con norme e leggi che non tengono minimamente conto delle comunità, delle sue peculiarità e soprattutto del loro rispetto e lasciano spazio quasi zero ad azioni di contrapposizione».
Belli Franzini aggiunge che appena venuto a conoscenza della pratica presentata allo sportello Suap (Sportello unico attività produttive) ha subito dato mandato agli addetti comunali competenti di cercare di avviare i contatti con la compagnia telefonica e invitarla a non realizzare l’opera in quella posizione, proponendo aree alternative di proprietà pubblica proprio per far sì che l’impatto sulla comunità e sul paesaggio fosse stato il minore possibile. «Purtroppo – lamenta il sindaco — tutti i tentativi fatti sono andati a vuoto. Lo scopo principale, quello del profitto, sia del privato che dell’operatore telefonico non ha voluto ascoltar ragioni, forti di normative e leggi che dirottano in modo sbilanciato il potere verso di loro e lasciano i comuni e le comunità sole. Tutto ciò con la motivazione dell’estensione dei servizi digitali su tutta la nazione. Io sono favorevole alle nuove tecnologie, ma queste devono, come in questi casi, trovare un confronto ed un accordo con le comunità locali».
Il sindaco sottolinea poi che «le norme degli ultimi anni hanno tolto la potestà ai comuni di imporre, di limitare, di definire ed individuare. Anche dove è stato tentato, ha vinto il business, il potere del più forte e delle multinazionali che fatturano miliardi di dollari, in barba al paesaggio, alle comunità ed a tanto altro. Tali servizi dallo Stato sono stati definiti di interesse pubblico, equiparati alle urbanizzazioni primarie quindi vanno in deroga a qualsiasi vincolo o strumento urbanistico, per questo non contano, distanze, altezze, zone. Altra iniziativa decisa dallo Stato in direzione degli operatori telefonici è quella di non far più pagare canoni in favore dei comuni per l’impatto sul territorio che era dai 10mila euro annui in su, è stata appunto approvata una legge che impone solo il pagamento una tantum di 800 euro all’anno. Ovviamente questo non riguarda per i contratti stipulati su aree private come in questo caso, dove sicuramente non si parla solo di 800 euro all’anno».
«Esco sconfitto, non ho vergogna ad affermarlo, questa partita è quasi impossibile. Sono enormemente dispiaciuto, purtroppo questa volta pare che Golia abbia battuto Davide». Il sindaco ammette la propria impotenza. «Le contraddizioni in Italia sono all’ordine del giorno: se come pubblica amministrazione vuoi fare il fotovoltaico sulla scuola elementare che è edificio vincolato, lo devi fare rosso per non deturpare il paesaggio, costando così tre volte tanto con anche una minor resa, però è consentita la realizzazione di questi ‘mostri’ in barba al paesaggio e a tanto altro. Anche il ‘pericolo’ sanitario viene meno se i parametri dichiarati rientrano nei limiti definiti dallo Stato. Quello che mi ha deluso è che l’interesse di un singolo andrà a discapito del paesaggio. Zona dove l’amministrazione ha progetti di miglioramento e dove tanti cittadini hanno investito risparmi di una vita nelle proprie abitazioni».
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