L'ANALISI
19 Aprile 2023 - 17:46
CREMA - La richiesta negata di mettere all’ordine del giorno il riconoscimento dell’Area omogenea cremasca da parte dell’assemblea provinciale dei sindaci rischia di dare corso a una bufera politica. I primi cittadini dei Comuni del Cremasco non l’hanno presa bene e, se non ci sarà un dietrofront, potrebbero disertare l’assemblea dei sindaci di tutta la provincia, convocata per mercoledì.
E, siccome in discussione al primo punto ci sono lo schema del Documento unico di programmazione e di bilancio 2023-2025, la mancanza del quorum necessario per la votazione potrebbe addirittura mettere a rischio la posizione del presidente della Provincia Mirko Signoroni. Che il rischio non sia soltanto ipotetico sembrerebbe affermarlo il fatto che ieri l’ufficio di presidenza della Provincia ha telefonato ai sindaci per chiedere di confermare la loro presenza.
La richiesta di discutere questo argomento era stata fatta tramite lettera dal presidente dell’Area omogenea Gianni Rossoni a Signoroni lo scorso 5 aprile. Quest’ultimo, senza aver mai risposto alla missiva, ieri l’altro, ha convocato per mercoledì prossimo l’assemblea provinciale dei sindaci, senza mettere all’ordine del giorno quanto chiesto dall’Area omogenea. L’omissione è stata letta come uno sgarbo e un affronto. Dopo aver letto l’ordine del giorno, infatti, i sindaci cremaschi hanno dato mandato a Rossoni di scrivere nuovamente a Signoroni.
Ecco il testo della seconda lettera inviata martedì: «Alla luce della convocazione dell’assemblea dei sindaci da parte del presidente dell’amministrazione provinciale, prevista per il 26 aprile, e constatato il mancato inserimento all’ordine del giorno della ratifica della delibera del consiglio provinciale del 29 aprile 2016 in ordine alla costituzione dell’Area omogenea cremasca, come richiesta lo scorso 5 aprile, esprimiamo amarezza e sconforto e ne chiediamo l’inserimento nella stessa seduta».
Dopo aver letto la convocazione, Rossoni ha anche cercato ripetutamente di contattare Signoroni, senza successo. Cosa che abbiamo fatto anche noi oggi, per entrambi, con lo stesso risultato. Il motivo è intuibile: il caso non è di poco conto e rischia di avere conseguenze pesanti se non venisse trovata una soluzione entro mercoledì. I cremaschi attendono il riconoscimento che chiedono, da sette anni. Il 29 aprile 2016, con Carlo Vezzini allora presidente della Provincia, il consiglio provinciale aveva votato all’unanimità la costituzione dell’Area omogenea cremasca.
Al momento di quella delibera, Vezzini aveva dichiarato: «Nel rispetto della volontà del territorio, abbiamo sottoposto al consiglio provinciale l’approvazione, tramite delibera, della costituzione dell’Area omogenea cremasca, che verrà poi sottoposta all’assemblea dei sindaci della provincia per la loro approvazione e da qui al tavolo istituzionale di confronto sugli ambiti territoriali e omogenei competenti». Da allora sono passati esattamente sette anni e nessuno dei presidenti succeduti a Vezzini ha mai ritenuto di sottoporre l’argomento del riconoscimento dell’Area omogenea cremasca all’assemblea dei sindaci.
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