L'ANALISI
14 Aprile 2023 - 21:12
In una lettera intrisa di insulti e minacce indirizzata alla madre della sua ex fidanzata, ha scritto: «Io credo in una giustizia divina davanti a Dio». Intanto, di lui si sta occupando la giustizia terrena. Luca, 35 anni, ha un laboratorio di pasticceria e sino a due anni fa aveva anche una fidanzata: Francesca. Sono stati insieme una decina d’anni, poi lei lo ha lasciato e lui non l’ha più lasciata in pace. Luca è diventato lo stalker di Francesca, secondo la ex che lo ha denunciato due volte — a giugno del 2021 e nella primavera del 2022 — e secondo la Procura. Nei molti tentativi di riagganciarla, un giorno le si è avvicinato. Non ha detto una parola. Le ha messo sotto il naso il telefonino con un video. Clic: una mano che caricava una pistola.
Luca oggi era seduto al banco degli imputati accanto al difensore Vittorio Patrini. Ha ascoltato il racconto di Francesca, parte civile, che da questa storia finita male è uscita «agitata». «Tutti i giorni, anche di notte, ogni cinque minuti mi arrivavano telefonate sul mio cellulare con il suo numero, a volte con ‘privato’ e anche sul fisso di casa tanto che i miei genitori hanno dovuto staccare la spina, ha detto la ragazza. Erano telefonate mute. «Mi sono arrivate anche mentre ero dai carabinieri a fare la denuncia». Francesca ha proseguito: «L’ho dovuto bloccare anche su tutti i social, perché mi insultava».
Luca «voleva riprendere la relazione. Mi diceva: ‘Torna, torna con me’. Tutti i giorni lo trovavo davanti al bar dove io lavoro. Mi facevo accompagnare. Lo trovavo ovunque». Francesca ha confermato le «aggressioni fisiche». Ha parlato di «un livido in faccia e quasi sempre sulle braccia, perché se qualcosa non andava, mi strattonava». A sentire lei, l’ex fidanzato avrebbe insultato anche un caro amico di Francesca. Ce l’aveva con lui, «perché il mio amico mi diceva che la nostra relazione non era sana».
Il procedimento in corso è la costola di un processo «per analoghi fatti». Il 30 giugno del 2021, a Luca venne notificato l’avviso di conclusioni delle indagini. Anziché frenarlo, secondo l’accusa, lui perseverò. Nel capo di imputazione del processo bis, è scritto che l’ex fidanzato «si presentava in plurime occasioni , talvolta anche più volte al giorno» presso il bar dove Francesca lavorava, «cercando di avere contatti con lei con il pretesto di farsi servire» come cliente, «e controllando così i movimenti» della ragazza.
Anno 2022. Ad aprile Luca intinse il pennino nell’odio. Scrisse una lettera alla mamma di Francesca, ai suoi occhi colpevole di aver messo lo zampino nella rottura della relazione sentimentale. La missiva fu recapitata il 29 aprile. Il testo: «Lei e quei quattro bastardi di m... avete fatto di tutto per farci lasciare, quando si alza al mattino, si guarda allo specchio oppure è talmente una persona del ... che manco riesce a farlo, talmente è infame, si faccia due ... di domande». E ancora: «È una persona falsa, malvagia, direi inutile... io credo in una giustizia divina davanti a Dio, un giorno e lui ne nel terrà conto... del male che lei ha fatto». E come ultima frase: «Per ora le auguro tante cose belle...». Per l’accusa, una «frase velatamente intimidatoria».
«Il mio assistito è accusato di atti persecutori nei confronti della ex fidanzata. La lettera era indirizzata alla madre, quindi non c’entra nulla con l’imputazione», ha precisato l’avvocato Patrini. Anno 2022. Il 14 maggio, Luca tornò alla carica. Si presentò ancora una volta al bar e a Francesca mostrò dal suo smartphone il video in cui caricava una pistola. Da quasi un anno, l’ex ha il divieto di avvicinarsi alla ragazza. Cinquecento metri, la distanza di sicurezza. Il 26 maggio si terrà la prossima udienza.
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