L'ANALISI
14 Febbraio 2023 - 05:25
CREMONA - Nel 2022 sono stati 78 gli accessi al Centro antiviolenza di Aida, ma considerando le tante donne che faticano a chiedere aiuto i numeri del fenomeno sono sicuramente più alti. Ecco perché è più che mai importante sensibilizzare: oggi, nella giornata per eccellenza dedicata all’amore, in piazza del Comune andrà in scena un flash mob contro la violenza di genere. Rientra nella campagna ‘One billion rising’, che coinvolge 200 Paesi mobilitando un miliardo di persone unite nell’affermare una cultura del rispetto e della solidarietà.
La campagna è sostenuta da organizzazioni come Amnesty International e Equality Now; in città scendono in campo ReteDonne se non ora, quando? e il Coordinamento Danza Cremona, con la collaborazione del Forum del Terzo settore di Cremona e del Cremonese, di Amnesty international, delle associazioni Donne senza frontiere e Aida. Sarà un atto festoso e non violento che vuole trasformare il 14 febbraio in una giornata di riscatto. Più che mai necessario se si pensa che, secondo l’Unifem, una donna su tre, almeno una volta nella vita, ha subito varie forme di violenza.
Stando ai dati del Centro antiviolenza di Aida, l’anno scorso sono stati registrati 37 casi di violenza fisica, 64 di violenza psicologica, 27 di violenza economica, 9 casi di stalking e 17 casi di violenza sessuale. Purtroppo le tipologie di violenza non sono alternative: al contrario, molto spesso, due o più tipi si sovrappongono. Andando di frequente a coinvolgere anche i figli, in modo diretto o indiretto: a Cremona è accaduto in più della metà dei casi. «Le campagne di sensibilizzazione come One billion rising, che è il più grande evento mondiale contro la violenza di genere ed è ormai consolidato – spiega Elena Guerreschi di Aida – sono molto importanti soprattutto quando si rivolgono ai giovani e alle scuole, come in questo caso. Partecipiamo sempre molto volentieri perché crediamo che il problema della violenza sulle donne sia un problema innanzitutto culturale: per combatterlo, dunque, è fondamentale agire sulle nuove generazioni, con l’intento di avere un futuro migliore».
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Il numero delle donne assistite da Aida nel 2022 è lievemente calato rispetto al 2021: 78 contro 95. Ma il dato non è necessariamente da leggere in chiave positiva e lo sa bene Cristina Pugnoli, consigliera di parità della Provincia di Cremona oltre che avvocato volontario del centro antiviolenza Aida.
«Innanzitutto riconoscere di essere vittima per una donna non sempre è scontato – spiega –, perché se le violenze fisiche sono chiaramente più percettibili, quelle psicologiche ed economiche sono più subdole e mascherate. Spesso subentra anche una sfiducia nella giustizia, o meglio nei tempi della giustizia. Infine, non è da sottovalutare la paura, di minacce e ritorsioni. Noi cerchiamo di fare il possibile per intercettare tutti questi fenomeni, ma capita spesso di imbattersi in spirali di terrore che ostacolano la richiesta di aiuto e la denuncia. Senza dimenticare, infine, che in alcune culture purtroppo i soprusi sulle donne sono ancora accettati».
E anche su quest’ultimo punto la sensibilizzazione è cruciale, così come la formazione che il Centro antiviolenza sta portando avanti, anche attraverso corsi ad hoc.
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