L'ANALISI
12 Aprile 2023 - 19:53
CREMONA - I soci e i volontari dell’Associazione protezione animali di Cremona (Apac) occupano abusivamente l’ex caserma Pagliari, in via Bissolati, di proprietà della Fondazione Walter Stauffer. Da qui, dunque, devono prendere le loro «cose» e andarsene.
E gli 80 gatti che dal 1999 l’Apac accudisce nell’ex monastero? I felini non appartengono all’associazione, quindi non tocca all’Apac traslocarli altrove, come aveva chiesto la Stauffer. Ma non tocca nemmeno alla Fondazione occuparsi dei gatti. Via i volontari, che ne sarà degli animali? Domande senza risposta, per ora.
Nel braccio di ferro tra Stauffer e Apac — la causa di sfratto intentata dalla Fondazione assistita dall’avvocato Isabella Cantalupo contro l’Associazione che, a sua volta, ha chiamato in causa il Comune assistito dall’avvocato Enrico Cistriani— il giudice ha sciolto la riserva, dando ragione alla Stauffer e sfrattando l’Apac dal gattile.
«La proprietà esclusiva dell’intero compendio immobiliare spetta (circostanza documentata e non contestata) alla Fondazione, alla quale competono quindi tutte le facoltà comprese nel diritto dominicale», scrive il giudice nelle 53 righe di ordinanza.
Il giudice rileva: «Le molteplici ragioni (anche se connesse alle finalità statutarie dell’associazione) che hanno fino ad ora giustificato la condotta dell’Apac Odv, ivi compreso il formale affidamento alla stessa, da parte del Comune di Cremona, della cura della colonia felina, non sono idonee a comprimere il diritto reale spettante alla Fondazione e ad elidere, nell’ambito del rapporto privatistico dedotto in causa, la natura sostanzialmente abusiva (in quanto contraria alla volontà del legittimo proprietario) della concreta utilizzazione degli immobili oggetto di causa».
I volontari di Apac devono, dunque, restituire l’immobile alla Fondazione Stauffer. Il giudice ha invece respinto la domanda della Fondazione di ‘condannare’ Apac a portare via i gatti. Perché «i gatti che popolano la colonia non appartengono ad Apac». Perché «non risulta che l’associazione abbia contribuito in alcun modo alla formazione di quella colonia felina». E perché «il fatto che l’Apac si adoperi per tutelare e curare gli animali non è titolo idoneo a generare , a carico dell’associazione stessa, l’obbligo di trovare altro idoneo ricovero ove trasportare i felini».
Per quanto riguarda il Comune, secondo il giudice, «pur sussistendo la competenza del Comune a sovrintendere alle attività di tutela degli animali (la cui gestione è stata, nel caso concreto, affidata all’Apac e supportata con una contribuzione periodica)», il trasferimento della colonia felina «in altro sito presuppone ed implica l’adozione di molteplici scelte discrezionali spettanti, in via esclusiva, all’autorità amministrativa».
Conclude il giudice: «L’individuazione di un nuovo sito in cui trasportare gli animali, la valutazione della idoneità delle strutture in cui ricoverarli, le modalità e la tempistica del trasporto non sono decisioni che possono essere compiute dal giudicante nell’ambito di questo procedimento e imposte come obblighi di fare al Comune».
«Il Tribunale ha riconosciuto che Apac non ha contribuito a formare questa colonia felina e che si adopera per tutelare e curare gli animali — commenta l’avvocato Monica Gennari, legale di Apac — . Cosa che non obbliga l’associazione a trovare un altro luogo idoneo per i gatti. Il giudice ha colto la funzione dei volontari nella cura dei felini, ma ha riportato la questione in un contesto di mero diritto. L’operato dei volontari non può superare la volontà della Stauffer di vedersi liberato l’immobile».
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