L'ANALISI
23 Marzo 2023 - 21:19
CREMONA - Il legale della Fondazione Stauffer invoca una decisione rapida, perché nell’ex monastero di San Benedetto in via Bissolati, lì dove dal 1999 i volontari dell’Associazione protezione animali Cremona (Apac) accudiscono la colonia felina, ci dovrà andare l’Archivio di Stato.
«Via Bissolati non è più disponibile? Ci venga data un’alternativa», dice l’avvocato Monica Gennari, legale dell’Apac.
La Fondazione Stauffer che ha comprato l’immobile nel 2008, quando i gatti erano già lì da nove anni, si è rivolta al giudice per sfrattare gli oltre cento felini. Ha chiesto di emettere una ordinanza, perché i volontari occupano l’ex monastero senza averne titolo, in assenza di un contratto. A sua volta, nella causa civile Apac ha chiamato in causa il Comune. Perché il sindaco è responsabile della tutela dei gatti.
Il caso è arrivato sul tavolo del giudice Adriano De Lellis che si è riservato sull’ordinanza oggi, giorno dell’udienza (non in presenza) con i legali delle parti in causa che hanno depositato gli atti. Il giudice li valuterà.
Fondazione Stauffer, assistita dall’avvocato Isabella Cantalupo, ha fretta.
«Apac — ha spiegato l’avvocato Gennari — non è l’occupante, ma si trova nella condizione di svolgere un servizio pubblico a favore della cittadinanza e del Comune nella gestione dei gatti vaganti e di colonia. E non per sua scelta, ma per spirito di servizio e per far fronte allo scopo dell’associazione. Sono i gatti ad occupare, non Apac. I volontari transitano in alcune parti dell’immobile per alcune ore e cioè il luogo dove sono posizionate le ciotole. Questo corridoio serve per offrire un riparo agli animali. E’ un onere che spetterebbe al Comune quello di occuparsi delle colonie feline. I gatti erano lì dal 1999 e la situazione si è formalizzata».
Apac si è trovata tirata in mezzo. «Noi chiediamo un rito ordinario — prosegue l’avvocato Gennari —, perché se dovesse esserci una ordinanza, vogliamo che sia fatta una istruttoria per capire come spostare i gatti. Noi possiamo andarcene, ma i gatti non ci seguono».
L’Apac, sottolinea il legale, «è stata citata in una causa che non ha creato, ha la spada di Damocle di poter essere soccombente con delle spese legali e ha il timore associativo di vedere una ordinanza che smembra una colonia senza una progettualità per gli animali».
Ovvero, i gatti potrebbero essere messi temporaneamente un po’ di qua e un po’ di là, in attesa di trovare stabilità nel nuovo gattile che si realizzerà in via Brescia: un’area di 5 mila metri quadrati tra la caserma Col di Lana e la tangenziale.
Il 27 marzo prossimo, il Comune dovrà mettere a bilancio i 305 mila euro destinati a «tirare su» la nuova casa delle colonie feline in via Brescia con il placet di Ats Val Padana che ha garantito un contributo di 20.400 euro.
Il bilancio dovrà essere approvato, poi si farà la gara. Quindi, partiranno i lavori. E solo quando il nuovo gattile sarà pronto, sotto la sorveglianza di Ats Val Padana i volontari di Apac potranno iniziare il trasloco dei felini: si comincerà dai gatti più selvatici, si continuerà con quelli più deboli, i gatti anziani e malati. Ma i tempi non saranno rapidi. E sui gatti incombe lo sfratto.
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