L'ANALISI
11 Aprile 2023 - 15:26
Gianpaolo Bedeschi
CREMONA - Raimonda Lobina ricorda bene Gianpaolo Bedeschi a cui era succeduta quale presidente del Centro Studi e Ricerche Sociali nel giugno del 2008. Il passaggio di consegne era avvenuto in un clima di serenità e collaborazione: aveva raccontato, nelle pause del lavoro, che aspirava recarsi all’estero, voleva partecipare al concorso per l’insegnamento in un paese straniero, per mettersi ancora in gioco, per provare altre esperienze. Come infatti avvenne con il suo trasferimento a Francoforte, in Germania, paese da cui era tornato lo scorso settembre.
E di esperienze Gianpaolo ne aveva fatte molte, non solo come docente di Matematica e Fisica, ma anche nel campo del sindacato (era stato molto attivo nella Cisl scuola), e soprattutto nel terzo settore.
Non bisogna dimenticare infatti che Gianpaolo era stato socio fondatore del Centro Studi sulla condizione giovanile e il disagio sociale di Cremona (inaugurato nel 1987 e voluto fortemente da Madre Agata Carelli e dalle forze sociali nonché istituzionali, impegnate a creare un luogo di studio e riflessione sulle problematiche sociali) quale rappresentate della Comunità Santa Rosa (attiva nel recupero e nel reinserimento sociale e lavorativo di giovani donne con figli) insieme a don Gian Carlo Perego, attuale arcivescovo di Ferrara. Ne divenne poi vice presidente con Gigi Cappellini e in seguito, dal 2005 al 2008 presidente.
In questo ambito si fece conoscere come persona rigorosa e precisa, molto attenta ed impegnata, contribuendo per esempio alla promozione del primo Corso di Formazione per Mediatori Culturali, organizzato dalla Provincia di Cremona con l’intervento tecnico e operativo appunto del Centro Studi.
Fu molto attivo, sempre come vice presidente, anche nella creazione della SRL “Officina Sociale”, originale esperienza, la prima nel terzo settore, che prevedeva la promozione ed il finanziamento di molte iniziative, grazie ad un iter burocratico snello e veloce.
Non da ultimo fu proprio sotto la sua presidenza che il Centro Studi iniziò la pubblicazione dei Quaderni, il primo per l’insegnamento dell’italiano agli arabofoni e il secondo per l’insegnamento dell’italiano ai sinofoni. Queste pubblicazioni, la prime nel loro genere, riscossero non solo grande consenso nel mondo della scuola e dell’intercultura, ma ebbero un’eco anche nazionale.
E ancora non bisogna dimenticare la sua militanza nell’AGESCI e la fondazione, nel suo quartiere, il Cambonino, di un gruppo scout: molti lo ricordano con i bambini, la domenica, impegnato in diverse attività.
Gigi Cappellini, operatore e poi presidente del Centro Studi, lo ricorda con affetto e commozione, sottolineandone soprattutto la precisione, la serietà, l’impegno, la coerenza, indispensabili, in primis nel mondo del volontariato dove spesso, trascinati da grandi ideali ed entusiasmi, ci si dimentica della realtà e delle sue concrete esigenze.
La scuola dove insegnava, l’IIS “Torriani”, perde un valido insegnante, come più volte in questi giorni di lutto hanno ricordato i suoi alunni, ma anche la comunità tutta perde un uomo che in silenzio, con ironia e perspicacia, ha offerto un grande contributo alla crescita e all’emancipazione della nostra comunità. "Ci mancherà molto e resta solo la speranza che quanto trasmesso ai suoi alunni e ai suoi compagni di vita possa crescere e moltiplicarsi all’infinito".
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