Le amiche di Luca: «Barcollava, era in un lago di sangue»

CREMONA - Sono amici sin dall’adolescenza. Le vacanze insieme, le serate passate a ridere e scherzare. Le gioie e i dolori condivisi. Più che amiche, per Luca Alessia e Ramona sono sorelle. E per le ragazze, Luca è come un fratello. Si abbracciano e si danno coraggio. È la prima volta che Alessia e Ramona mettono piede in Tribunale. Davanti al giudice devono raccontare che cosa è accaduto quella notte sul taxi. Sono agitate. A mezzogiorno e sette minuti, tocca ad Alessia testimoniare. In aula entra con una bottiglietta d’acqua tra le mani.

La sera della Vigilia, è abitudine dei ragazzi consumare drink alla Chiave di Bacco. Luca era passato in auto a prendere Ramona. Alessia si era fatta accompagnare da sua madre. Quella sera, «abbiamo consumato 2 gin tonic a testa — spiega Alessia —. Luca ha chiamato il taxi». Erano le tre e mezza di notte, faceva freddo. In attesa del taxi, Luca, Alessia e Ramona si riparano nell’auto di lui. È loro abitudine passare la notte nel B&B. Si tira tardi, si beve, «meglio non guidare». Luca abita a San Daniele Po.

«Durante il tragitto verso l’hotel, parlavamo tra di noi, ridevamo scherzavamo», dice Ramona. Costo della corsa: 20 euro. Ramona e Alessia non hanno contanti; Luca ha 10 euro. «Eravamo davanti all’entrata dell’hotel. Avevamo il bancomat. Il tassista: ‘No, non funziona il pos’. Dovrebbe essere una normalità pagare con la carta. Il signore si è arrabbiato, ha detto: ‘Dovete darmi quel c... di soldi. Se non me li date, vi accompagno a prelevare 30 euro’». Ramona aggiunge: «Si è messo ad urlare, aveva un modo nervoso, agitato. Ci siamo guardati, non capivamo questo nervosismo». «Io avevo già aperto il portellone — prosegue Alessia —, perché la situazione si stava animando. Il suo modo era violento. Io ero impaurita». Prima Alessia, poi Ramona scendono dal taxi. «Ci ha urlato ‘Chiudete quella c.... di portiera’. Noi non l’abbiamo chiusa. Il tempo di scendere, è partito sfrecciando, è partito in modo brusco, ha girato a sinistra nella via contromano». È ripartito quando Ramona aveva ancora «il piede sul predellino».

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Carrera ingrana la prima con Luca ancora sopra. Alessia chiama l’amico. La telefonata è in vivavoce: la sente anche Ramona. «‘Che cosa sta succedendo?’. Luca era scosso e impaurito», spiega Alessia. «Luca ci ha detto: ‘Questo è pazzo. Non mi fa scendere’. Si sentiva il tassista borbottare». Le amiche sentono «un botto», continuano a far squillare il telefonino di Luca. Nulla. Ramona allerta la polizia. Poi, dal telefonino di Luca risponde un ragazzo. «Mi dice di aver trovato Luca in pessime condizioni», prosegue Alessia che con Ramona scende dai tacchi e corre in via Mantova. «Luca era...». Alessia si blocca, piange. Il giudice la rassicura: «Stia tranquilla, beva l’acqua». Lei beve, tira due colpi di tosse, riprende: «Luca era aggrappato alla ringhiera, barcollava, biascicava. Era in stato confusionale. Il giubbotto bianco sporco di sangue, il sangue che usciva dall’orecchio».

Giulio è il ragazzo che ha soccorso Luca. «Ero a casa di un amico - racconta —. Alle 4 del mattino sono andato via». In via Mantova, mentre si incammina allo Zaist dove ha l’auto, «ho visto in strada qualcosa da lontano». Si avvicina. «C’era un ragazzo a terra che perdeva sangue. Un secondo dopo è arrivato il tassista. Era molto agitato. Mi ha detto: ‘ Si è buttato’». Giulio chiama l’ambulanza. Con Carrera, mette Luca sul marciapiede. Arrivano le amiche. Ramona è furiosa con il tassista: «Che cosa gli hai fatto?». Carrera: «Io niente, si è buttato dal taxi». Luca viene caricato sull’ambulanza. In via Mantova c’è anche la polizia.

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