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Giù dal taxi, la testimonianza di Luca Lombardo: «Non mi sarei mai buttato»

Il 29enne che la notte di Natale 2021 si è procurato gravi lesioni alla testa cadendo dal van guidato dal tassista Giovanni Carrera, cerca di ricostruire la vicenda in aula. Ma i vuoti di memoria non sono ancora stati colmati

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

31 Marzo 2023 - 18:10

Giù dal taxi, la testimonianza di Luca Lombardo: «Non mi sarei mai buttato»

Luca Lombardo fuori dal Tribunale

CREMONA - «Non mi sarei mai buttato, conoscendomi, no!». Sono le 11 e 47 quando Luca Lombardo, 29 anni il prossimo luglio, si accomoda sulla sedia dei testimoni. Giacca nera e ciuffo mechato, è agitato il giovane che la notte di Natale del 2021 finì in Terapia intensiva prima, in Neurochirurgia poi, dopo quel violento colpo alla testa. Cadde dal taxi-van in corsa e con il portellone aperto dopo una lite per pochi soldi con il tassista Giovanni Carrera. Luca era sul taxi con le amiche del cuore Ramona e Alessia. Destinazione: il B&B in via Antiche Fornaci (l’ex Ibis). Venti euro il prezzo della corsa, ma i ragazzi ne avevano 10. Volevano pagare con il bancomat, Carrera si rifiutò. La discussione, il taxi che riparte e infila un senso unico, Luca che finisce sull’asfalto in via Mantova, in un lago di sangue.


In Tribunale, il ragazzo rivede Carrera, 69 anni, accusato di averlo sequestrato sul taxi-van e di avergli cagionato lesioni volontarie gravi. «Si è buttato dal taxi sostiene da quella notte Carrera. «In trent’anni non mi è mai capitata una cosa del genere», dice durante l’attesa del processo, nel quale Luca si è costituito parte civile con l’avvocato Fabio Sbravati. A Carrera chiede i danni in relazione al sequestro di persona, per le lesioni gravi il risarcimento lo chiederà nella causa civile. Il risarcimento del «danno di riflesso», a Carrera lo chiedono i genitori di Luca. mamma Nadia e papà Nino, parti civili con l’avvocato Alberto Gnocchi.

Il tassista Carrera e l'avvocato Bregalanti


La sua testimonianza dura 19 minuti. Da quella notte di Natale, Luca non ha ancora riempito i suoi vuoti di memoria. Ritorna alla sera della Vigilia, quando con Alessia e Ramona era alla Chiave di Bacco, il locale in piazza Marconi. Si ricorda il prima. «Abbiamo fatto un brindisi prima di mezzanotte, abbiamo passato la serata lì, abbiamo scherzato davanti allo specchio, ci siamo fatti i selfie, dopodiché ho il vuoto». Il vuoto lo comincia un po’ riempire. «Mi ricordo di noi tre sul taxi: io sul lato destro, Ramona in mezzo, Alessia a sinistra. Mi ricordo una porta di un hotel», poi una lunga pausa. Riprende il filo: «Le ragazze hanno iniziato a scendere, Alessia per prima. Il tassista è partito ad alta velocità con la portiera aperta, ma andava forte, io sballottavo. Mi ricordo che dopo qualche minuto è arrivata la chiamata delle ragazze, a cui ho risposto».

Luca si ferma, la seconda pausa è più lunga. Riprende: «In questa chiamata non mi ricordo, dopodiché ho sentito un colpo alla testa e da lì il vuoto». Si rivede a terra «sulla strada (via Mantova) «davanti a una banca e non so più nulla». Si ricorda dell’ospedale, «ma non sapevo perché ero lì». Il pm prova a riempire i suoi vuoti. «Non mi ricordo chi aveva chiamato il taxi. Invece sì, la posizione all’interno del taxi la ricordo come se fosse ieri». Luca si ricorda anche due particolari del taxi-van: «Era un volkswagen bianco con la scritta in grande del numero di telefono». Carrera è seduto al banco degli imputati accanto al difensore Paolo Bregalanti. «Rivedendolo, se lo ricorda o no?», la domanda del giudice a Luca. «Me lo sono ricordato dopo tanto tempo. Purtroppo, mi è arrivato il ricordo dopo».

I genitori di Luca, Nino e Nadia, e gli avvocati Sbravati e Gnocchi


Sulle modalità di pagamento, il ragazzo dice: «Mi ricordo delle monete. So solo che in bagno (alla Chiave di Bacco, ndr) mi era caduto il portafoglio con dentro monete e carte. Le mie amiche non ricordo cosa avessero. Mi ricordo che alla Chiave di Bacco ognuno aveva pagato la propria quota». Fa una terza pausa, Luca. «L’unica cosa che mi ricordo ero in strada con la testa...». Riprende di nuovo: «Sangue, volevo alzarmi, ma non riuscivo a muovermi». Il pm lo riporta davanti al B&B. «Mi ricordo — risponde il ragazzo — solo il nome dell’hotel e la porta. Il taxi si è fermato davanti all’ingresso. Ricordo Alessia e Ramona , io non ce l’ho fatta a scendere. Prima è uscita Alessia, poi Ramona. Io io ero nel mezzo del taxi».

Toccava a Luca scendere, ma «la portiera sinistra era aperta. La macchina andava forte, ha accelerato. Mi sono sentito la schiena attaccata al sedile». Luca si rivede a terra. «Io per qualche minuto sono stato solo, non vedevo nulla, vedevo le luci delle auto che passavano, poi mi ricordo lui che mi teneva per il giubbino. Mi ha alzato, la mano sul giubbino che mi teneva fermo contro una ringhiera». Il 26 maggio prossimo saranno sentiti i poliziotti.

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