L'ANALISI
20 Marzo 2023 - 19:40
CASTELLEONE - L’emozione del grande fuoco dopo quattro anni e tre edizioni di mesta oscurità: il Falò di San Giuseppe, la più antica e sentita tradizione castelleonese, è tornato a scaldare i diecimila cuori all’ombra di Torre Isso. Il sindaco Pietro Fiori in prima fila: «Un momento importante e toccante che la comunità aspettava da tempo. Ed è stato molto bello vedere i giovani tra le fila degli organizzatori come protagonisti. È il segno tangibile del legame di Castelleone con la sua storia».
Una pira che illumina la notte di Castelleone e centinaia, se non migliaia, di persone che cantano, ballano e festeggiano con la banda in piazza Borgo Isso. La domenica del borgo dopo il tramonto è stata di festa, di liberazione da un brutto passato, di gioia. La statua di San Giuseppe, dopo la messa, passa e accende animi e legna. Il resto è folklore e voglia di ricominciare.
Dagli adolescenti e dai ragazzi, soprattutto, che hanno passato la pandemia ad attendere e nel weekend appena trascorso finalmente hanno potuto unirsi agli Amici del Falò, il gruppo spontaneo di organizzatori che non ne sbaglia una da decenni. La missione compiuta solo dopo aver pulito tutto.
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