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Torrisi passa a FdI, Borghetti picchia duro: «Pugnalato alle spalle»

L'ex candidato sindaco leghista sferza: «È entrato nella mia lista e se ne va per interessi personali»

Dario Dolci

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17 Marzo 2023 - 09:00

Torrisi passa a FdI, Borghetti picchia duro: «Pugnalato alle spalle»

La stretta di mano fra Torrisi e Borghetti al momento dell’adesione alla lista guidata dal radiologo

CREMA - «Tu quoque, Brute, fili mi!». Che il contesto non sia tragico come quello in cui Giulio Cesare pronunciò questa storica frase all’indirizzo di Marco Giunio Bruto, riconoscendolo fra i suoi assassini, è pacifico. È altresì pacifico, però, che Maurizio Borghetti abbia mal digerito il tradimento di Giuseppe Torrisi, uscito dalla sua lista civica pochi mesi dopo essere stato eletto, per migrare in Fratelli d’Italia. Borghetti non alza i toni, ma non le manda a dire: «L’operazione – afferma il medico, già candidato sindaco alle ultime comunali – è stata gestita da dilettanti. Lo dico a mo’ di battuta, senza voler essere offensivo nei confronti di nessuno, ma più che Fratelli d’Italia mi sono sembrati i Cugini di campagna».

Borghetti spiega come il repentino cambio di maglia da parte di Torrisi sia avvenuto: «Torrisi è venuto da me una prima volta per chiedermi se potesse iscriversi a FdI. Gli ho risposto che la nostra lista civica non ha uno statuto e che quindi non aveva bisogno di chiedermelo. Anche Ilaria Chiodo era iscritta a FdI pur essendo nella nostra lista. Semmai avrebbe dovuto parlarne a tutto il gruppo». Fin qui, dunque, niente di strano. La cosa però è andata oltre.

«In una seconda occasione – prosegue Borghetti – Torrisi mi ha fatto parte dell’intenzione di cambiare gruppo. Io ho manifestato dei dubbi, pensando che la cosa non fosse possibile e gli ho consigliato di chiedere lumi al segretario comunale. D’altro non abbiamo più parlato e subito dopo mi son trovato il passaggio fatto». Il capogruppo dissente sia nel metodo che nel merito: «Oggi, la mia lista ha gli stessi voti di giugno ma un consigliere in meno. Anche FdI ha gli stessi voti, ma un consigliere in più. Torrisi ha dichiarato che ha cambiato gruppo per crescere. Forse non ha ben chiaro che lui è stato eletto per rappresentare i cittadini che lo hanno votato, non per i suoi interessi personali. È vero che in Italia il cambio di casacca in corsa è uno sport nazionale, ma poi non meravigliamoci se a votare non va più nessuno».

Le modalità con cui la migrazione è avvenuta sono un pugno nello stomaco per Borghetti: «Ci siamo trovati un messaggio sul gruppo WhatsApp della nostra lista. Peggio di così…». Che la vicenda sia destinata a lasciare degli strascichi nel centrodestra è indubbio: «Non può passare via liscia, né per me né per gli altri rappresentanti della nostra lista civica. C’erano dei passaggi da fare e delle cose da discutere tutti insieme». Al di là del rapporto incrinato con Torrisi, la crepa si è aperta anche con FdI: «Torrisi non si è comportato bene – afferma Borghetti – e quando mi ha detto che era da un mese che ci stava pensando, non l’ho proprio capito. Era stato lui stesso prima delle elezioni a chiedermi di entrare nella mia lista. Adesso mi dice che sono 40 anni che vota FdI e quindi vuol dire che prima votava Msi e An. Ma allora perché non si è messo in lista con loro? In quanto a FdI, pensavo che il segretario Giovanni De Grazia o qualcuno del suo partito mi parlasse di questa cosa e invece mi è stato comunicato solo a cose fatte».

Comunque lo si legga, lo strappo è destinato a creare una frattura nel centrodestra. «Se si comportano in questo modo – conclude Borghetti – è scontato che la collaborazione tra le minoranze diventa un’utopia. Questa è stata una pugnalata alle spalle». Insomma, tu quoque, Brute, fili mi.

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