L'ANALISI
22 Febbraio 2023 - 18:28
CREMONA - «Premetto che è una questione politica, ma non l’ho rubato io il quadro». Non c’è la prova che sia stato lui, Gianluca Rossi, 33 anni, ex membro del collettivo Dordoni, a rubare la riproduzione de Il Quarto Stato dall’osteria Il Foppone dell’ex amico e «compagno» Claudio Violanti, colpevole di aver servito da mangiare ai neofascisti di CasaPound nel maggio del 2019, in piena campagna elettorale per le amministrative. Qualcuno volle dare «una lezione» a Violanti e gli portò via dall’osteria la riproduzione del famoso dipinto di Giuseppe Pellizza da Volpedo, simbolo della rivendicazione dei lavoratori di fine Ottocento. Chi?
L’antagonista Rossi oggi è stato assolto «per non aver commesso il fatto». Al giudice Francesco Beraglia, Rossi prima ha spiegato «la questione politica». Ed è tornato al 18 maggio del 2019, quando in piena campagna elettorale per le amministrative, CasaPound portò a Cremona, tra gli altri, il leader nazionale Simone di Stefano a sostegno della candidatura a sindaco di Diego Ratti, storico esponente del Msi. L’incontro si tenne nel primo pomeriggio nella sala Rodi, in piazza Giovanni XXIII. «E non a caso - ha spiegato Rossi — poi decisero di andare al Foppone» di Violanti, che di osteria in osteria, ad ogni trasloco si è sempre portato la riproduzione de Il Quarto Stato.
Rossi conosce «molto bene» Il Foppone, «in cui andavo pressoché abitualmente» e conosce «molto bene». Violanti. Il 18 maggio, i neofascisti, dunque, fecero un centinaio di passi per pranzare al Foppone. Non a caso. Lì ci andava già l’ex missino Ratti. Ma per Rossi, «più logico se fossero andati da Cerri», la trattoria di fronte. Ma c’è dell’altro. «Colsero anche l’occasione per fare un breve intervento e una foto davanti alla sede dell’Anpi», in via Foppone, civico 3. Insomma, un affronto. «Cosa che suscitò grande scalpore negli ambienti della frammentata sinistra cremonese». Alcuni giorni dopo, il quadro sparì dall’osteria. Un avventore riferì a Violanti di aver visto Rossi nuscire con il quadro sotto il braccio. Lo stesso Violanti raccontò poi nella denuncia, di aver avuto un incontro con Rossi «il quale ammise».
«Io ero membro del Collettivo Dordoni - ha proseguito l’ex leader degli autonomi Rossi —. Decisi di andare da Claudio per spiegargli le mie ragioni politiche. Ricordo i dettagli della conversazione. Io esposi le mie ragioni a Violanti: un fatto grave. Lui mi disse che non poteva rifiutarsi di dare da mangiare ai clienti. Non ci lasciammo propriamente bene. Gli dissi: ‘Io non vengo più a mangiare al Foppone’, ma non è vero che ho ammesso di aver rubato il quadro. Avrà capito male. Io gli ho detto: ‘Se pensi davvero che sia stato io, vai a denunciarmi, vai dalla polizia. Mi prese in parola. Né io né gli altri membri del CS Dordoni abbiamo a che fare con il quadro».
Violanti non avrebbe mai voluto trascinare in Tribunale Rossi. L’oste l’avrebbe «chiusa lì» se il quadro gli fosse stato restituito. Un tentativo per riaverlo, lo fece attraverso il suo avvocato Massimiliano Cortellazzi. Il 5 marzo del 2021, il legale spedì a Rossi una raccomandata all’indirizzo della società del padre dell’imputato, invitandolo a restituire «immediatamente il quadro presso Il Foppone o presso il mio studio». La raccomandata fu ritirata l’8 marzo. Cortellazzi non ebbe risposta. «Io sinceramente non l’ho ricevuta», ha proseguito Rossi che ieri ha disconosciuto la firma sulla raccomandata.
In aula si è arrivati dopo una richiesta di archiviazione della Procura, a cui Violanti si era opposto e al processo si è costituito parte civile. Difeso dall’avvocato bresciano Sergio Pezzucchi, storico legale degli autonomi, Rossi ha scelto il rito abbreviato. Il pm onorario ha chiesto l’assoluzione, perché «dall’esame dei documenti contenuti nel fascicolo del pm non vi è la prova che il signor Rossi abbia preso il dipinto dal locale. L’avventore lo indicò», ma durante l’approfondimento investigativo, poi «dichiarò di non riconoscere la persona che uscì dal locale con il dipinto sotto il braccio». L’assoluzione l’ha invocata anche il difensore: «Sicuramente, le motivazioni dietro l’asportazione del quadro sono motivazioni politiche, ma che sia stato Rossi non vi è la prova». Il giudice si è preso 30 giorni per depositare la motivazione della sentenza di assoluzione.
Il vuoto lasciato sulla parete del Foppone dopo il furto, è stato riempito. Ancora con una riproduzione de Il Quarto Stato. All’oste Violanti è stata omaggiata dall’Associazione Pellizza da Volpedo Odv- Musei di Pellizza. Quando il caso è stato rilanciato dai mass media, la notizia non è sfuggita all’Associazione di Volpedo (Alessandria). Pierluigi Pernigotti è il responsabile dei Musei di Pellizza. Per conto dell’Associazione ha scritto a Violanti un bigliettino che accompagna l’omaggio.
«Egregio Signor Violanti, abbiamo letto delle disavventure del poster del Quarto Stato che faceva bella mostra di sé presso la sua osteria ‘il Foppone’ di Cremona. Per esprimerle la nostra solidarietà, abbiamo pensato di inviargliene un’altra copia... Il solo fatto che lei avesse deciso di esporlo, infatti, la rende simpatico ai nostri occhi , e quindi amico e sodale nell’ammirazione per il quadro che Pellizza da Volpedo volle dedicare ai lavoratori nell’ormai lontano 1901». Un’opera che «a distanza di così tanto tempo, continua a parlarci e ad emozionarci, anche a dividerci, in alcuni casi, sintomo di una vitalità che va ben aldilà del tempo che scorre».
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris