L'ANALISI
I NODI «CALDI» IN COSIGLIO
07 Febbraio 2023 - 10:01
Il banco della Giunta con al centro il sindaco Gianluca Galimberti e il vicesindaco Andrea Virgilio nel corso della seduta del Consiglio
CREMONA - Presentato a sorpresa dalla minoranza nel corso del Consiglio comunale di ieri pomeriggio, non è passato il protocollo d’intesa con Brescia e Bergamo per promuovere, insieme a Cremona, iniziative di promozione turistica nell’ambito del programma che vede le due città prealpine Capitali della cultura 2023. Alla conta finale i 17 consiglieri della maggioranza si sono astenuti e a favore dell’ordine del giorno che chiedeva la sottoscrizione del protocollo hanno votato solo i 10 della minoranza. «Cremona ha una sua forte specificità e l’amministrazione sta puntando a inserirla nella ‘Rete delle Città Creative dell’Unesco’ per la musica», ha sottolineato il capogruppo del Pd Roberto Poli. «Non dobbiamo rincorrere gli avanzi che qualcuno getta dalla tavola imbandita, non ne abbiamo bisogno», ha detto l’assessore alla Cultura Luca Burgazzi.
Il documento era stato preparato nei giorni scorsi ed estratto dal cilindro ieri dopo la riposta di Burgazzi all’interrogazione di cui era primo firmatario il capogruppo di Forza Italia Carlo Malvezzi che chiedeva lumi all’amministrazione sul coinvolgimento di Cremona e del territorio agli eventi in programma. In particolare gli ‘azzurri’ domandavano se il Comune si fosse fatto parte attiva con Bergamo e Brescia per la sottoscrizione accordi di collaborazione con l’obbiettivo di attrarre visitatori anche nella nostra città.
Anticipata nei giorni scorsi sulle colonne del nostro giornale, la risposta dell’assessore «non è risultata soddisfacente» per la minoranza. Burgazzi aveva ricordato che «prima della decisione del Parlamento, Brescia aveva già presentato la propria candidatura come Capitale della Cultura 2023». Ha poi spiegato che «la Fondazione Brescia Musei ha chiesto la collaborazione del Comune di Cremona. La città sarà così presente nel palinsesto di Capitale della Cultura grazie all’accordo tra il sistema museale Cremona Musei e la Fondazione Brescia Musei. L’accordo prevede il prestito dello strumento Carlo IX di Andrea Amati all’interno in una delle più importanti mostre in programma a Brescia. Questa presenza permetterà di avere uno specifico spazio di promozione di tutta la compagine culturale della città, in particolare per quanto riguarda la musica con un focus ovviamente su Claudio Monteverdi e quindi del nostro Festival Monteverdi che si terrà a giugno».
«Ci aspettavamo qualcosa di diverso, un ruolo più proattivo dell’amministrazione che invece si è limitata ad aderire ad una richiesta arrivata da Brescia per rendere più attrattivo il loro territorio. Riteniamo insufficiente l’azione del Comune e chiediamo quindi che si definisca un protocollo d’intesa vero. A questo scopo depositiamo un ordine del giorno di cui chiediamo immediata trattazione». Nel documento si impegna l’amministrazione a «promuovere a livello nazionale e internazionale la rispettive destinazioni turistiche, intensificare sinergie ed operatività e pianificare iniziative congiunte di sviluppo e promozione dell’offerta turistica, con lo scopo di incrementare i flussi turistici nazionali e internazionali, mettendo a sistema azioni finalizzate a integrare le capacità attrattive dei rispettivi territori con particolare riguardo agli eventi previsti nell’ambito di Bergamo e Brescia Capitale italiana della Cultura 2023». Dopo un no iniziale all’immediata discussione, il presidente del Consiglio comunale, Paolo Carletti, ha sospeso la seduta e poi ha dato il via libera. Lapo Pasquetti (Sinistra per Cremona) si è detto imbarazzato per il metodo usato dall’opposizione. «Difficile addurre motivazioni di merito per essere contrari ad un ordine del giorno che fa l’interesse della città», ha replicato Maria Vittoria Ceraso (Viva Cremona).
Poli ha ricordato che «la nostra città negli ultimi anni è esplosa quanto ai numeri di iniziative e di attrattività turistica». E ha concluso: «Le ragioni della specificità di Cremona sono prevalenti rispetto al vostro tentativo di gettare sull’amministrazione comunale la responsabilità del mancato riconoscimento di Cremona come capitale della cultura 2023 insieme a Bergamo e Brescia». «Nessuna azione pretestuosa o intento polemico — ha replicato la capogruppo della Lega Simona Sommi —, ma il tentativo di sollecitare l’intero Consiglio a un impegno “di rincorsa”».
«Imbarazzo? Sarei più imbarazzato a non accogliere la nostra richiesta che peraltro è legittima nel metodo perché prevista dal Regolamento. L’assessore poi aveva auspicato che la discussione si tenesse in Consiglio e non sui giornali e quindi quando lo vuole fare il dibattito? Un protocollo d’intesa simile è stato firmato tra Milano, Genova e Torino e tra Bologna e Firenze. Non hanno la loro specificità queste città? E non hanno anche loro il boom turistico post pandemia? Mi spiace constatare che il vostro approccio — ha detto rivolgendosi alla maggioranza — sia tutto in difesa. Vi invito a ripensarci, il Consiglio faccia un passo avanti coraggioso». Contro si sono espressi anche Enrico Manfredini (Fare Nuova la Città ) e Franca Zucchetti (Pd). Burgazzi ha replicato sottolineando gli investimenti importanti di tutte le realtà che operano in città: «Guardare sempre all’erba del vicino non serve a nulla se prima non si riconoscono le nostre realtà. Non dobbiamo andare a mendicare le briciole da altri».
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