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CREMONA SOLIDALE: IL FUTURO

L’aumento delle rette operazione inevitabile

La dg Bruschi: «Il caro energia ha impattato per un milione di euro, gli incrementi Istat per il 10% su tutti gli appalti e il rinnovo del contratto enti locali sanità per 600 mila euro»

Elisa Calamari

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redazioneweb@laprovinciacr.it

18 Gennaio 2023 - 05:15

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CREMONA - I rincari delle rette di Cremona Solidale, appena annunciati e motivati in consiglio comunale attraverso una dettagliata relazione dell’assessore alla partita, Rosita Viola, sono inferiori a quelli applicati nel resto delle rsa della provincia: 2,5 euro al giorno contro i 4 stabiliti dall’Arsac. A sottolinearlo è la direttrice generale Alessandra Bruschi, con una cruciale premessa: la retta media 2022 nelle rsa lombarde è stata pari a 68,10 euro mentre a Cremona Solidale è stata solo di 58,50.


«Partiamo dal fatto che nell’anno appena concluso abbiamo subito, come tutti, gli incrementi dei costi dell’energia: nel nostro caso hanno impattato per un milione di euro circa – spiega Bruschi –. Ma non si tratta certo dell’unico problema. Ci sono infatti gli incrementi Istat, che hanno comportato un adeguamento del 10% su tutti gli appalti. E poi il rinnovo del contratto enti locali sanità, con un impatto di 600 mila euro. Inoltre i costi legati all’emergenza Covid non sono certo archiviati, visto che tutti i dispositivi sanitari e di protezione sono ancora necessari e a carico dell’azienda. Infine gli aumenti generici, che hanno interessato fra altro ossigeno e alimenti. Insomma, il bilancio 2022 è stato messo a dura prova e nonostante questo abbiamo chiuso l’anno senza applicare aumenti». Diverse altre rsa invece hanno ritoccato le rette già in luglio e in autunno.


Cremona Solidale ha resistito, ma ora non è più possibile farlo: «Se applicassimo l’adeguamento Istat come previsto da contratto dovremmo decidere un aumento di 5 euro al giorno – continua Bruschi –, ma a fatica abbiamo voluto procedere con un rialzo il più basso possibile. Ci siamo limitati, appunto, a 2,5 euro al giorno. Non solo: abbiamo ripensato il servizio alberghiero, dando alle famiglie la possibilità di scegliere se affidare a noi il guardaroba (lavaggio abiti degli ospiti, ndr) dietro corresponsione di un piccolo contributo tra i 25 e i 30 euro; oppure potranno portarli a casa e occuparsene personalmente. Prima del Covid circa il 50% dei familiari optava per questa scelta, poi per ragioni di sicurezza abbiamo dovuto imporre il servizio in struttura con un inevitabile incremento di costi».


Bruschi sottolinea che l’innalzamento delle rette era stato anticipato alle famiglie già in dicembre, attraverso una nota, e spiega che in realtà il costo per degente a carico della struttura è quasi il doppio: si tratta di 108 euro ad anziano, di cui solo una minima parte (circa 46 euro corrispondente al 43% della quota sanitaria) è sostenuta da Regione Lombardia. «La prima componente del costo è socio-sanitaria – spiega Bruschi – e comprende cioè assistenza, farmaci e professionisti che ruotano attorno al degente come medico, infermieri, oss, asa, educatori, fisioterapisti, podologo, psicologo, consulenti, farmacista, tecnico di radiologia, assistente sociale. Questa quota rappresenta circa il 60% del costo totale. La seconda componente invece è alberghiera e rappresenta il 15% del costo: pasti, pulizie, lavanderia, parrucchiera».

«Infine ci sono i costi generali, che rappresentano il 25%, e in questi rientrano anche le utenze che incidono per il 10. Togliendo dai 108 euro al giorno i 46 coperti dalla Regione e i 58,50 a carico della famiglia – conclude la direttrice generale –, risulta evidente come ci sia una quota di perdita coperta da Cremona Solidale». E proprio per colmare almeno parzialmente questo gap, è stato deciso l’aumento di 2,5 euro al giorno. Nonostante la sostenibilità economica sia sempre più complessa Bruschi garantisce che l’azienda continuerà ad assicurare il massimo impegno per migliorare la qualità dei servizi e «ad investire nel dialogo con i famigliari anche per il tramite del Comitato di rappresentanza degli ospiti recentemente ricostituito». La preoccupazione generale intanto resta, ecco perché da più parti viene chiamata in causa la Regione: Arsac in primis chiede che vada a compensare maggiormente le quote sanitarie.

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