L'abbraccio di Napolioni e Galimberti ad ospiti e operatori sanitari

CREMONA - Una preghiera, una parola, una stretta di mano, un abbraccio. Un momento di vicinanza e conforto a chi sta vivendo una stagione non facile della propria vita, da affrontare con la speranza e con il conforto quotidiano di operatori, famigliari e volontari. Nel pomeriggio il Vescovo mons. Antonio Napolioni e il Sindaco Gianluca Galimberti hanno fatto visita alla struttura di Cremona Solidale, portando il proprio ormai consueto saluto agli ospiti del complesso. Ad accompagnarli il presidente di Cremona Solidale Emilio Arcaini, il Direttore Generale Alessandra Bruschi, il Direttore Sanitario Simona Gentile e l’Assessore alle Politiche Sociali e della Fragilità Rosita Viola.

“Credo che l’incontro con il Vescovo possa rappresentare un momento di speranza per gli ospiti della struttura – ha dichiarato il Sindaco Galimberti – un modo per dimostrare loro la gratitudine del territorio per il loro rappresentare passato, presente e, perchè no, futuro della città”. Un ringraziamento che non riguarda solo gli ospiti, ma che coinvolge anche il mondo che li accoglie ed accudisce e le persone che lo rendono una solida realtà.

 “Cremona Solidale è una struttura che ormai affonda le proprie radici nel cuore del tessuto cittadino – ha continuato il Sindaco – con il delicatissimo compito della tutela dei più fragili, che svolge con il massimo dell’efficienza e della competenza. Insieme alla professionalità degli operatori, da citare ci sono senz’altro anche i famigliari, che intensamente e quotidianamente mettono in pratica il loro amore, senza dimenticare il dono del tempo messo in atto dai numerosi volontari”.

Un incontro breve ma sentito, come testimoniano le parole del Vescovo Napolioni: “Vorrei poter rimanere ad ascoltare le vostre storie una ad una, perché sono convinto che ci sarebbe tanto da raccontare. Vedo in voi tanta forza, coraggio nel proseguire anche in situazioni non facili. Mi preme ricordare quanto possano essere importanti i piccoli gesti: un sorriso, una carezza, certe volte pure una barzelletta, senza dimenticare la preghiera, momento dove possiamo trovare un ulteriore sostegno”.

FOTO: FOTOLIVE/PAOLO CISI

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