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TURISMO 2022

Musei alla riscossa: con il Torrazzo e l’MdV la cultura fa la differenza

Le collezioni liutarie hanno staccato 74.895 biglietti e in 42 mila sono stati al Museo Verticale. Burgazzi: «Si è fatto meglio del 2019 in termini assoluti. Ora coinvolgiamo di più i cremonesi»

Nicola Arrigoni

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narrigoni@laprovinciacr.it

15 Gennaio 2023 - 05:15

Musei alla riscossa: con il Torrazzo e l’MdV  la cultura fa la differenza

In coda per salire sul Torrazzo

CREMONA - Cremona città d’arte: Cremona e i suoi musei vincono la sfida della rinascita post pandemica. Ad esserne convinto è l’assessore alla Cultura, Luca Burgazzi, che con soddisfazione snocciola i dati di un 2022 che profuma di deciso ritorno alla normalità: «Nell’anno appena concluso sono stati staccati 185.303 biglietti, una cifra importante che tiene conto anche dei visitatori saliti al Torrazzo, entrati in Battistero e nel neonato Museo Diocesano — afferma l’assessore —. In termini assoluti, siamo sui livelli del 2019, anche se un confronto preciso non è possibile perché non solo il Museo Diocesano non esisteva ancora, ma anche perché non abbiamo i dati di Torrazzo e Battistero».

museo del violino

Il Museo del Violino


Eppure, in questa difficoltà di raffronto statisticamente attendibile a giocare il ruolo di indicatore credibile della tendenza in atto è il Museo del Violino, che registra oltre 74 mila ingressi nel 2022 facendo meglio del 2019: «E bisogna tener conto che nei dati del ‘22 gli aspetti legati al turismo scolastico sono assai limitati rispetto a quelli del 2019 — precisa Burgazzi —. In termini di turismo scolastico, che pian piano sta riprendendo, gli effetti sono evidenti anche sulle realtà del Cambonino, Storia Naturale e San Lorenzo, in netta flessione rispetto al 2019. Le prenotazioni per la prossima primavera, comunque, cominciano di nuovo ad arrivare e questo è un buon segno. I numeri importanti fatti dal Torrazzo, oggi Museo verticale, e dal sistema monumentale di Battistero, Cattedrale e Museo Diocesano, rappresentano un ulteriore arricchimento dell’offerta culturale della città».

diocesi

Il Museo Diocesano

pinacoteca

La Pinacoteca Ala Ponzone


Dai dati 2022 appare evidente come il Torrazzo, con 42 mila ingressi, e il Museo del Violino, con 74.895 biglietti staccati fra ingressi veri e propri, audizioni e concerti, rappresentino i due motori che permettono di intravvedere un possibile e credibile flusso turistico che si attesta sulle 50 mila presenze annue. Un’ipotesi che non sembra lontana dal vero. Certo a soffrire sono più le collezioni civiche della Pinacoteca, che pure fa un balzo in avanti rispetto ai due anni pandemici del 2020 e 2021, ma i 9 mila visitatori dell’Ala Ponzone sono comunque un terzo rispetto ai quasi 17 mila dichiarati nel 2019.

A fronte dei dati numerici nudi e crudi, Burgazzi, da amministratore e nel segno della cultura come servizio alla comunità, traccia le linee del prossimo anno: «Consolideremo le azioni di promozione delle sedi museali rivolte all’esterno — afferma — e stiamo pensando ad una card cumulativa che possa avere valenza trimestrale, in modo da indurre i turisti a tornare. Sto lavorando anche per far sì che le sedi museali continuino ad essere luoghi di appuntamenti culturali, ma volti a valorizzare i patrimoni delle singole collezioni».

Nella visione di Burgazzi c’è la volontà di conquistare, o riconquistare, i cremonesi: «Mi piacerebbe potenziare le occasioni per cui i cremonesi possano scoprire il loro patrimonio culturale — anticipa —. Da qui l’idea di offrire incontri ad hoc per approfondire in Pinacoteca alcune opere che difficilmente sono vedibili, con focus particolari. Sulla stessa lunghezza d’onda si pone l’iniziativa che riporterà i concerti del conservatorio Monteverdi, questa volta legati ad un’opera della Pinacoteca. Si vuole così mantenere l’attenzione alla musica, legandola anche al patrimonio artistico. Tutti gli appuntamenti saranno pomeridiani e al sabato con l’obiettivo di coinvolgere i cremonesi. E allo studio ci sono anche aperture straordinarie e gratuite dedicate alla cittadinanza. Il patrimonio culturale di una città è tale se è concepito così, in primis, da chi vi abita».

In tutto questo lo sguardo all’esterno, rivolto ai visitatori, non intende venire meno: «C’è la voglia di lavorare per una biglietteria unica e una carta comune che includano anche il museo Diocesano e il complesso monumentale di piazza del Comune — conclude Burgazzi —. Cedo sia necessario tenersi in delicato equilibrio fra una prospettiva che guarda oltre i nostri confini senza dimenticare il tessuto sociale cittadino, che del patrimonio artistico e culturale è il primo fruitore. In questa duplice direzione va la progettualità di una comune strategia comunicativa da un lato e dall’altro la volontà di potenziare le attività didattiche, su tutte le sedi museali, per formare i cremonesi al bello e alla conoscenza di ciò che artisticamente rappresenta la loro città».

Ed è in questa doppia visione che sembra di dover leggere la prospettiva di un sistema museale che coniuga orgoglio locale con il bisogno di mostrarsi al mondo per le proprie peculiarità, unicità: dal Torrazzo al violino, passando per la grande arte del Rinascimento e del Manierismo lombardo.

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