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CIAO LUCA!

Insieme agli amici dello ZJG tanta allegria e divertimento

Presso il castello di Grumello il festival a suon di musica e canti per trascorrere le serate estive. Negli ultimi mesi parlava ancora della cena di Natale che avrebbe voluto fare a Lago Scuro

La Provincia Redazione

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08 Gennaio 2023 - 12:02

Insieme agli amici dello ZJG tanta allegria e divertimento

Una immagine storica del terzo festival ZJG con Gianluca Vialli che indossa gli occhiali da sole sul palco insieme a tanti amici

CREMONA - Ha suscitato grandissimo cordoglio la scomparsa di Gianluca Vialli. C’è chi ricorda il campione, ma c’è chi soprattutto piange un amico. Meglio, un amico fraterno. Come quelli dello Z.J.G. che hanno scritto a Gianluca «You’ll never walk alone», non camminerai mai solo. Z.J.G. è l’acronimo di Zanotti, Jacopetti e Gastaldi, una sigla sotto la quale si identificano però moltissime persone che hanno stretto un forte legame di amicizia e tra loro c’era anche il campione di calcio cremonese insieme al fratello Nino, i cugini Tommaso e Lorenzo Tavella, Aldo Basola, Agostino Cavalcabò, Marco Lupi, Tiziano Ascagni, Enzo La Malfa, Marco Pezzoli, Massimo Quaini, Francesco Ferrari, Stefano e Ferdinando Monfardini.

Il gruppetto era nato moltissimi anni fa, unito da una parte dalla passione per lo sport e dall’altra da quella giovanile voglia di divertirsi e divertire all’insegna delle goliardate. E Gianluca Vialli, ironico ed intelligente, dotato di grande empatia, era proprio a suo agio. Il gruppo si era fatto conoscere nel momento in cui, per gioco e divertimento, si era messo in testa di organizzare il Festival ZJG. Un’esperienza durata cinque anni, un raduno estivo per stare insieme a cantare nella bellissima cornice del castello Affaitati di Grumello, ospiti di Gianluca, di Nino e della sorella Mila che vestiva i panni della conduttrice.

«Si arrivava ad ospitare anche 400-500 persone — racconta uno di loro, Paolo Zanotti — perché era la nostra festa dell’estate e attraverso il passaparola era riuscita a coinvolgere tantissima gente. Bastava divertirsi, ci si esibiva per stare in compagnia. Luca era stonato come tanti altri, ma era il nostro orgoglio per la carriera che ha intrapreso e per il suo talento».
Fino allo scorso novembre Vialli è rimasto in contatto con i suoi amici più fraterni, aveva già organizzato presso la cascina Lago Scuro di Stagno Lombardo la cena di Natale, alla quale, purtroppo, non ha partecipato.

«Una cosa molto bella — racconta ancora Zanotti — è quando Gianluca ci aveva confessato che stare a Grumello, nella sua terra, si rigenerava. Ci aveva detto che tornato a Londra, negli anni della malattia, i suoi valori miglioravano. E questo lo imputava alle belle giornate che trascorreva a Cremona, in compagnia». Vialli ha sempre speso bellissime parole per le sue radici. Solo lo scorso aprile, nel ricevere il premio AGrumello, aveva detto che avrebbe voluto trascorrere gli ultimi anni di vita nella proprietà di famiglia.

«Quando a fine novembre aveva dichiarato di non poter più seguire il proprio incarico con la nazionale ci ha contattato per dirci che c’era qualche problema e che alla cena di Natale forse non avrebbe partecipato. Però aveva ancora tanti progetti, parlava di viaggi, di luoghi da visitare e conoscere perché è sempre stato una persona molto intelligente ma anche curiosa». Negli ultimi tempi Vialli aveva visitato il Salento, Matera, Paestum, aveva portato anche le figlie.

«I commenti che ho letto su Gianluca — prosegue Zanotti — li condivido appieno, specialmente quando parlano di una persona dall’incredibile empatia. Lui poteva parlare con Roman Abramovic del Chelsea o con gli amici con la stessa naturalezza. Lui poi si scherniva, diceva che non era così acuto come gli dicevano, ma forse non si rendeva conto nemmeno lui di che persona fosse».

Gli amici dello ZJG domani sera saranno a Cristo Re per la messa in suffragio voluta dalla famiglia di Gianluca. «Arriverà anche il giorno in cui penseremo a qualcosa per ricordarlo. Magari chiederemo aiuto, ma l’intenzione di progettare qualcosa c’è. Perché Gianluca attraverso la sua fondazione ha fatto anche del bene. Ultimamente era rammaricato: da quando aveva parlato della sua malattia è diventato un punto di riferimento per tanti che stavano attraversando i suoi stessi problemi. Si dispiaceva e si preoccupava nel vedere che col tempo però tante di quelle persone avevano perso la loro battaglia».

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