L'ANALISI
07 Gennaio 2023 - 18:50
CREMA - Un autentico miracolo di Natale. La storia della piccola Sushi è di quelle che commuovono e fanno esultare i cuori. Proprio come quei film che popolano le programmazioni televisive delle festività. Perché Sushi è una cagnolina che si è presentata in fin di vita all’Animal Hospital di Crema dopo essere stata aggredita da due cani di grossa taglia. Prima il delicatissimo intervento chirurgico, poi la lunga e complessa convalescenza. E infine, proprio nei giorni a cavallo del Natale, l’annuncio più atteso: Sushi è definitivamente fuori pericolo.
A raccontare la vicenda della «pelosetta» sono gli stessi veterinari della clinica, che hanno scelto di far parlare Sushi «in prima persona» in un lungo messaggio pubblicato sui social network. «Credete nei miracoli? Beh, io sono la testimonianza vivente che esistono — si legge nel post —. Sono stata sbranata da due cagnoloni grossi... Non riuscivo a respirare, non capivo più niente, dolore e sangue ovunque». La diagnosi degli specialisti mette i brividi: «I morsi non solo avevano causato ferite laceranti a cute e sottocute, avevano disintegrato i muscoli intercostali. Quando mi hanno visto, i chirurghi si sono spaventati: solo ossicini e niente muscoli a tenerli insieme». E non è tutto: «I denti erano riusciti a perforarmi un polmone e il diaframma e mi avevano trivellato di buchi e squarci lo stomaco». Un quadro praticamente disperato.
«Avreste scommesso un centesimo che ce l’avrei fatta? — riprende il post di Sushi —. I chirurghi sono intervenuti subito a ricostruirmi torace, diaframma e stomaco e a togliermi il lobo polmonare irrecuperabile. E io già il giorno dopo scodinzolavo felice, volevo vivere a tutti i costi perché sono una cagnolina gioiosa e allegra e voglio bene a tutti». Il periodo di terapia intensiva ha fatto emergere lo straordinario temperamento della cagnolina: «Erano quasi tutti increduli di quanto fossi forte! Poi, fuori dalla culla termica con ossigeno, mi sono ripresa in pochi giorni alla grande, fino a tornare dalla mia meravigliosa famiglia che tanto ha sofferto insieme a me». Miracolo compiuto.
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